Letizia Moratti lascia PDL e fonda gruppo autonomo

E‘ finita una storia d’amore mai nata: quella tra l’ex sindaco di Milano, Letizia Moratti, e il Popolo della Libertà. L’ex primo cittadino meneghino, infatti, ha comunicato la decisione di lasciare la baracca e di fondare un gruppo autonomo al consiglio comunale di Milano. Come si chiama? Che chiedete a fare: “Letizia Moratti”, composto da un unico consigliere, che si chiama Letizia Moratti. Insomma, è andata via, ma ancora non ha una casa dove cambiare residenza e non certo perché le mancano locatori entusiasti di riceverla. Uno di questi si chiama Gianfranco Fini, che la corteggia da tempo e che si prende qualsiasi persone in uscita dal PDL. Strana veramente la storia, visto che solo pochi mesi fa, si dice che Fli abbia contribuito alla sua sconfitta per ottenere un secondo mandato.

Oltre ai finiani, che sul web attaccano la decisione dei vertici di dare ospitalità a Letizia, anche l’UDC sarebbe ben propensa ad accoglierla, dopo averle fatto la guerra alle amministrative. Il suo profilo di politico cattolico si confà, in effetti, al partito di Pierferdinando Casini.

Ma non pensate che nel PDL ci siano scene di panico o di disperazione per l’addio di Moratti. La donna non è mai stata molto gradita né ai vertici (ma forse questo è un merito!), né tanto meno alla base degli elettori, che l’hanno sempre considerata una figura gelida, distante, dedita solo all’amministrazione da palazzo, ma lontana dal cuore dei militanti e dei sostenitori. D’altronde, se a Milano un anno fa ci fossero state le primarie, anziché le scelte calate sempre e comunque dall’alto nel centro-destra, avrebbe perso e forse avrebbe ceduto il passo a qualcuno in grado di conservare la prestigiosa poltrona, regalata a un uomo della sinistra radicale, in una città borghese e capitalista per eccellenza.

Non che la Moratti non abbia avuto meriti, sia come ministro dell’Istruzione, sia anche come sindaco del capoluogo lombardo. L’Expo lo si ha grazie al suo lavoro. Ma governare senza metterci mai il cuore è roba da tecnici e, in effetti, il profilo della donna sarebbe più ideale per il governo Monti.

Dove andrà Letizia senza il PDL? Difficile che viaggi lontano. Se nemmeno Silvio è riuscita a renderla una figura pasionaria, o almeno, accettabile per l’elettorato, figuriamoci se potrà farlo Fini, soprannominato “Findus”, tra i politici.

 

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