Social card 2012 non risolve problema povertà

Nel nostro Paese ci sono tantissime persone che versano in uno stato di povertà relativa, e spesso anche di povertà assoluta. Il Governo Monti nei giorni scorsi ha approvato in via sperimentale il ritorno della social card, la cosiddetta carta acquisti, proprio a favore delle persone più bisognose nei Comuni più grandi. Ma questo non risolve il problema legato alla povertà in cui versano in Italia moltissimi pensionati. E’ questa, in estrema sintesi, la posizione di SPI CGIL nel sottolineare come la social card rappresenti in pratica un modo per tentare di guarire un malato grave con un’aspirina.

A pensarla così è in particolare il Segretario Generale dello SPI CGIL, Carla Cantone, nel commentare quanto contenuto del DL Semplificazione proprio in merito alla social card ma anche alla misura per cui gli anziani potranno fruire di viaggi low-cost. SPI CGIL non a caso ricorda come da un lato per tante pensioni sia stata bloccata l’indicizzazione al costo della vita, e come dall’altro gli anziani non riescano più a far fronte alle spese della vita di tutti i giorni.

E la soluzione giusta e dignitosa in merito non è quella di dover ricorrere con la social card agli enti caritatevoli, ma di mettere a punto a favore dei pensionati delle politiche sociali mirate in modo tale da far recuperare loro il potere d’acquisto a fronte del vivere che costa sempre di più. E se l’emergenza povertà è imperante, in futuro la situazione potrebbe ancor di più aggravarsi con la recente riforma delle pensioni ed anche con il fatto che i giovani di oggi e di domani, sempre più precari, vivranno la vecchiaia con pensioni da fame a causa dei pochi contributi versati attraverso contratti co.co.pro, prestazioni occasionali ed altre forme di lavoro a termine ed intermittenti.

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