Pdl, Pd e Lega cercano una intesa per superare il Porcellum ma Di Pietro si sfila

Pdl e Pd uniti per cambiare l’attuale legge elettorale, con l’obiettivo dichiarato di smantellare l’attuale sistema dei “nominati” in favore di un più democratico sistema di “eletti”. Questo almeno il concetto che si evince in una nota congiunta emanata oggi dai due grandi partiti, al termine di un incontro alla Camera. “Utilizzare quest’ultima parte di legislatura” -si legge- per varare riforme istituzionali e, conseguentemente, anche quella elettorale, affermando che le due cose sono strettamente collegate. Oltre ai meccanismi di elezione, quindi, si è parlato anche del superamento del bicameralismo perfetto, della riduzione del numero dei parlamentari, e del modo per rendere più stabili i governi usciti dalle urne.

Buone notizie dunque, dopo la bocciatura dei referendum di qualche tempo fa? Non è ancora chiaro, vista l’ambiguità di alcuni passaggi che parlano di strutturare un sistema elettorale che “eviti la frantumazione della rappresentanza parlamentare e mantenga un impianto tendenziale bipolare“. Insomma non il massimo della vita, a fronte di un fallimento del bipolarismo all’italiana, testimoniato dalla implosione degli ultimi governi Prodi e Berlusconi, a dimostrazione della pericolosità di “imporre” alleanze a forze troppo eterogenee per governare tutte insieme.

In ogni caso l’atmosfera tra i principali esponenti dei partiti sembra pervasa di ottimismo, con il vicesegretario del Pd Enrico Letta che parla di un giorno di “importante disgelo”, e prova a fare una battuta su Twitter: “E’ iniziato il lavoro per cambiare il Porcellum. Non perdiamo il momentum”. Ignazio La Russa spiega invece che, dati i tempi risicati, la roadmap comprenderebbe che un ramo del Parlamento si occupi delle riforme, mentre l’altro delle modifiche al “Porcellum”, ma negli incontri separati con Pd e Lega Nord, sono arrivate già indicazioni molto discordanti: “La Lega è per le modifiche, mentre il Pd vuole una legge nuova. Alla fine di questo percorso ci auguriamo che si possa arrivare ad una proposta comune, condivisa”. A tal proposito il coordinatore del Pdl già si spinge oltre, affermando che in caso di mancato accordo, il suo partito potrebbe optare per mantenere l’attuale legge, modificandola in modo da garantire la scelta diretta dei candidati agli elettori. Ma di cosa si stia parlando esattamente, rimane un rebus, visto che sulla reintroduzione delle preferenze, La Russa sbotta: “Non è necessario puntare su queste, anzi…”. Un concetto ripreso da Gaetano Quagliariello, che parla di una contrarietà della Lega su questo punto, ed aggiunge: “L’elettore deve essere in grado di individuare il rappresentante e questo lo si può fare in tanti modi”. Insomma non il massimo della chiarezza.

Più sicura invece la posizione sugli sbarramenti, rispetto ai quali La Russa taglia corto affermando che le attuali soglie del 4% per le coalizioni e del 2% per i singoli sono troppo basse e vanno riviste, stesso discorso anche per il diverso premio di maggioranza tra Camera e Senato. Ma contro il nuovo corso dei partiti improntato ad una apparente collaborazione, si scaglia in serata Antonio di Pietro, annunciando che la delegazione di Idv non incontrerà il Pdl, ma solo il Pd: “Riteniamo pericolosi e oscuri per la democrazia questi incontri da sottoscala fatti non alla luce del sole“.

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