La Patrimoniale come strumento indispensabile per salvare l’Italia dalla povertà

Premessa d’obbligo: chi vi scrive non è certo un amante o sostenitore dello strumento della tassazione, anzi come è facilmente deducibile dai miei articoli ed editoriali, ho sempre considerato questa via, soltanto come un’ultima chance nella strada della risoluzione dei problemi economici dell’Italia. Se io ho guadagnato, anche tanto, ma con sudore, perchè devo vedermi massacrato dallo Stato?

Detto questo però, visto che i primi passi del Governo Monti in questi mesi alla fine dei conti si sono concentrati quasi esclusivamente in un aumento vertiginoso della tassazione, che questo almeno sia progressivo e non applicato in maniera piatta a tutte le tipologie di contribuenti.

In Italia vivono 19 milioni di pensionati e quasi 5 milioni di dipendenti pubblici. Questo significa che il resto della popolazione, esclusi bambini, studenti, disoccupati non per propria volontà ed inoccupati per scelta, non è più in grado di poter sostenere lo sforzo di “mantenerli”. Questa fetta di popolazione rischia anche di assottigliarsi via via, vista la crisi economica, i licenziamenti che si sussuegono, le aziende che chiudono e la precarietà dei contratti, che in termini di tasse portano allo Stato pochissimi quattrini (in attesa di una seria riforma del lavoro che modifichi appunto la tassazione applicata sui contratti di lavoro precari). Prima di essere costretti dall’Europa, com’è accaduto in Grecia, a licenziare le persone che lavorano nel pubblico, abbassare gli stipendi e le pensioni di tutti, lavoratori privati compresi, resta allora l’unica strada di una patrimoniale, fortemente progressiva, che cioè non offenda i contribuenti.

Caro Monti, come può pagare la stessa tassa sulla prima casa, sia chi non ne ha nessuna, che chi ne ha 30, oltre quella? Stessa cosa per la seconda casa e così via. Patrimoni immobiliari e reddito devono diventare (FINALMENTE) le discriminanti fondamentali che permettano di rieliminare l’Ici per proprietari di una sola casa (una cosa buona aveva fatto il Governo Berlusconi ed è stata la prima cosa che Monti ha pensato di eliminare), magari con mutuo gravoso alle spalle, finanziando tale scelta andando a colpire i ceti più abbienti. Tale misura da sempre rifiutata dalla politica, perchè la casta dei più ricchi è da sempre intoccabile in Italia, anche se richiederà un pochino di tempo per la sua completa realizzazione, intanto va programmata ed iniziata in modo che entro massimo un paio d’anni l’Italia possa avere FINALMENTE un sistema di tassazione equo (non nel senso che lo intende SuperMario, cioè che pagano tutti allo stesso modo, ricchi e poveri), e soprattutto sostenibile, permettendo di sovvenzionare pensioni, Stato Sociale, ammortizzatori sociali (il reddito minimo di cittadinanza deve assolutamente diventare un obiettivo indifferibile), per garantire una vita dignitosa a tutte (e sottolineo tutte) le persone residenti nel nostro BelPaese. Tale risoluzione ovviamente non andrebbe ad intaccare la conditio sine qua non, che prevede l’eliminazione di tutte le spese superflue della Pubblica Amministrazione, che per decenni ha, in alcuni settori, sperperato risorse pubbliche ingiustificatamente.

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