Imprese commercio, turismo e servizi in preda al pessimismo

In Italia le imprese del commercio, del turismo e dei servizi sono sempre di più in preda al pessimismo a causa di diversi fattori, tra i quali in cima il ritardo dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione, e la situazione generale difficile per l’economia italiana. Questo è quanto, in estrema sintesi, è emerso da un’indagine sulle PMI che la Confcommercio ha realizzato avvalendosi della collaborazione di Format Ricerche. Nel dettaglio, nell’ultimo quarto del 2011 il 76,2% delle imprese manifestava pessimismo in merito alla situazione economica del nostro Paese, in netto rialzo rispetto al 58,9% rilevato per il trimestre precedente.

Con la conseguenza che il clima di fiducia è crollato sui valori del quarto trimestre del 2008 quando la crisi finanziaria aveva pesantemente lasciato il segno sull’economia reale. Oltre che alle prese con i ritardi nei pagamenti da parte della PA, le imprese del commercio, dei servizi e del turismo accusano un calo medio del fatturato a fronte di prospettive per il breve termine che rimangono negative.

A questo poi si aggiungono le difficoltà legate all’accesso al credito che in alcune aree del nostro Paese sono diventate croniche e che costringono spesso le piccole e medie imprese (PMI) a chiudere i battenti. Questo perché da un lato l’impresa vanta crediti non riscossi dalla Pubblica Amministrazione, e dall’altro il Fisco incurante di questa situazione, con la pretesa tributaria, costringe le imprese a indebitarsi. E quando la banca rifiuta le istruttorie su fidi, mutui, finanziamenti e prestiti, allora spesso l’azienda entra dentro un pericoloso tunnel senza uscita.

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