Francia, guerra sondaggi su elezioni. E Brigitte Bardot sostiene Le Pen

Era prevedibile che in campagna elettorale ciascun candidato avrebbe cercato di infondere ottimismo sulle chance di vittoria per le elezioni presidenziali di aprile. E così sta avvenendo. In pochissimi giorni, una raffica di sondaggi disorienta l’elettorato e la stampa più di ogni altra cosa. Due giorni fa, l’Ipsos dava ancora il presidente Nicolas Sarkozy al 25%, sotto di sette punti sul rivale diretto François Hollande, al 32%.Il giorno successivo, CSA riduce il vantaggio del socialista a un solo punto percentuale, dandolo al 28% contro il 27%. Hollande vincerebbe comunque al ballottaggio, anche se il vantaggio sarebbe ridotto al 56% contro il 44% di Sarkò, perdendo quattro punti dalla precedente rilevazione.

Allora, come stanno le cose? Aldilà dei numeri, sta avvenendo quello che accade quasi sempre in questi casi. Quando un candidato parte molto svantaggiato, specie se è un politico in carica, riduce la differenza con il suo rivale e avanza nei sondaggi. Questo non significa che vincerà, perché molto dipende dalle incognite della campagna elettorale. In Francia, nel 1997 fu l’allora presidente Jacques Chirac a prendere una sonora batosta, allorquando sciolse l’Assemblea Nazionale, dove pure godeva della maggioranza dei seggi, nella convinzione di un trionfo. Alla fine, trionfarono i socialisti e il centrodestra perse il primo ministro, l’attuale ministro degli Esteri, Alain Juppé.
Certo, il voto per i seggi nasconde molte insidie, alcune delle quali dettate dal meccanismo elettorale. Qui, la scelta è netta: Sarkozy o Hollande. E lo slogan che il primo ha voluto per questo inizio di corsa è eloquente: “la France forte”, che non necessita di traduzione! E’ tutto qui il senso di questa campagna di Sarkozy, dimostrare di essere l’uomo in grado di rendere forte la Francia. E gli elettori, almeno quelli che Sarkozy lo voteranno sicuramente, pare che abbiano apprezzato. Durante una tappa nel villaggio di Boucholeurs, una signora ha espresso il suo apprezzamento per lo slogan e Sarkozy si è inorgloglito con i suoi collaboratori, sembrando piuttosto soddisfatto anche della forte accoglienza che riceve ovunque vada.
C’è un’incognita che grava su tutta la corsa che lo separa da qui al 22 aprile: Marine Le Pen. La pasionaria del Fronte Nazionale è solida nei sondaggi, anche se da qualche settimana sembra svanire il sogno di sfondare quota 20% e pare essere destinata a collocarsi intorno al 16%, un pò sotto le attese. Ma sempre che corra! Infatti, la legge elettorale francese prevede che per candidarsi all’Eliseo bisogna presentare le firme di almeno 500 grandi elettori, ossia di amministratori eletti, in poche parole, dei sindaci. Ora, quando un sindaco concede il suo sostegno per un qualche candidato, l’atto viene pubblicizzato e questo indebolisce le possibilità per il Fronte Nazionale di trovare amministratori che affrontino la sfida dell’ostracismo mediatico e dell’imbarazzo pubblico nell’apporre la propria firma in favore della destra radicale. Per questo, Le Pen avrebbe ancora intorno a 400 firme ed entro il 6 marzo gliene occorrono altre cento, altrimenti sarà esclusa dalla competizione.

La donna ha già scritto a gennaio al primo ministro Fillon, per esprimergli il timore di rimanere fuori dalla gara e chiedendo che venga rimossa la pubblicità delle firme, al fine di consentire a ogni sindaco di esprimersi come meglio crede. La stessa Le Pen non ha mai nascosto l’idea che dietro alle difficoltà a trovare sostegno tra gli amministratori locali ci sia la mano di Sarkozy e del suo Ump, che cercherebbero di metterla fuori gioco, in modo da appropriarsi del suo fortino elettorale.

Ma adesso Le Pen non è sola. A suo fianco è scesa ufficialmente anche l’ex modella e icona della Francia, Brigitte Bardot, da sempre di destra e che da tempo ha espresso la sua appartenenza al Fronte. Bardot ha lanciato un appello a tutti i sindaci, affinché abbiano il coraggio di dare il loro sostegno alla candidata della destra nazionalista. Entrambe le donne sono accomunate dalla passione per gli animali e dal rifiuto di una società islamica, tanto che B.B ha collezionato già cinque condanne per istigazione all’odio razziale. Cosa cambia una tale discesa in campo per il Fronte? Forse pochissimo o nulla, in termini di voti, ma certamente siamo dinnanzi al primo “sdoganamento” ufficiale a questi livelli, dato che B.B. non è un personaggio secondario delle cronache dello spettacolo e non solo d’Oltralpe.

Molto di quanto accadrà alle elezioni presidenziali, dunque, dipenderà dal Fronte Nazionale, perché una sua eventuale estromissione dalla competizione elettorale rinvigorirebbe le chance di Sarkozy, pur ammettendo che buona parte dei consensi per Le Pen potrebbero andare nel non voto o nel voto di protesta.

Per questo, in privato Hollande farebbe carte false per assicurarsi la partecipazione di Le Pen, anche se in pubblico non può sbilanciarsi. E che il destino di Sarkò sia i buona parte nelle mani degli elettori del Fronte lo dimostra lo spostamento  a destra che sta avendo la sua campagna elettorale, nel tentativo di scongiurare che i delusi della sua amministrazione votino per Le Pen.

 

 

 

 

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