Smettere di fumare sempre più difficile: lo rileva un'indagine della Fondazione Veronesi

Smettere di fumare è ancora molto, troppo difficile. A rivelarlo è un’indagine condotta dalla Fondazione Veronesi e di cui si apprende oggi, leggendo il Corriere.it. Il fumo nonostante le numerose campagne di prevenzione nelle quali si ribadisce a gran voce i danni provocati dalle sigarette, è e rimane un vizio al quale gli italiani non sanno dire di no. I risultati delle indagini svelano che sono i giovanissimi e le donne che non sanno e che non vogliono dire basta al fumo.

Smettere di fumare è un’azione alla quale non intendono rinunciare; le donne anche da altre forme di sondaggio, sono quelle che risultano essere molto più stressate degli uomini, e questa loro condizione le porta a privilegiare la sigaretta come forma antistress. Preferiscono affrontare i loro momenti stressanti con una sigaretta per acquisire un po’ di relax; ma perdere parte della loro salute aggiungiamo noi.

Il fumo è responsabile di numerose malattie che possono degenerare con il tempo in maniera grave, portando i fumatori ad una morte precoce nel tempo. Si sviluppano malattie cardiache, circolatorie e soprattutto gravi forme respiratorie, come la BCPO, ed altre gravi patologie bronchiali e perfino originare ictus. Il 51 percento degli intervistati per il sondaggio Veronesi, ha dichiarato che le campagne antifumo non le ritengono utili per smettere di fumare, parlano dei problemi causati dal fumo ma, si parla ancora poco dei metodi adottati per incentivare i fumatori a dire basta alle sigarette. La volontà e la forza dipendenza psico-fisica dalla sigaretta e dal fumo, rappresentano per molti uno scoglio troppo duro da superare; per questo motivo dovrebbero esserci, forse, dei veri aiuto “urto” per sostenere quei fumatori meno volenterosi.

Eppure esistono ormai tanti buoni motivi per smettere di fumare, il primo fra tutti è sicuramente la consapevolezza della propria salute; gli intervistati del sondaggio, hanno risposto con un’incidenza percentuale importante del 62,1%, che sono stati spinti a smettere di fumare grazie ai miglioramenti verificati con il loro stato di psico-fisico inerente alla loro salute in generale, così come anche la riscoperta di sapori e profumi che prima erano stati perduti.

Altri invece hanno risposto invece che l’input è arrivato dalla volontà di salvaguardare la vita e la sicurezza dei propri figli, ed una percentuale leggermente inferiore ha dichiarato di averlo fatto per migliorare la loro capacità fisica. Oggi molte informazioni sul come smettere di fumare si possono ricevere in molti modi, quelli più utilizzati sono sicuramente i centri antifumo e internet; nonostante questo, ancor oggi molti affermano di non sapere dove reperire tali informazioni e di non saperne a sufficienza sull’argomento.

Si apprende anche che la fondazione Veronesi ha messo in campo un nuovo programma dal nome No Smoking Be Happy, insieme al sostegno della fondazione Pfizer, che si prefigge come obiettivo principale quello di sfavorire l’iniziazione al fumo, favorendo al contempo una maggiore informazione dei servizi atti a scoraggiare il vizio del fumo; contemporaneamente per quanto sopra appena detto, vuole essere da monito verso i giovani con una vera campagna di prevenzione contro il fumo nella tutela della propria vita e della propria salute.

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