Comuni e Regioni in rivolta: “Il Governo Monti ci vuole derubare”

La norma sul decreto liberalizzazioni che impone a tutti gli Enti Locali, Regioni, Province (a proposito ma non dovevano essere abolite?!) e Comuni di trasferire dal proprio conto tutti i soldi nella tesoreria nazionale a Roma (la metà entro oggi e l’altra metà entro il 16 Aprile), continua a suscitare fortissime proteste. Il Governo ha accolto nel frattempo l’ordine del giorno parlamentare, impegnandosi a mantenere tale norma in vigore solo nel tempo strettamente necessario, eliminando la data finale del 31 Dicembre 2014, precedentemente prospettata.

In generale la scelta di andare avanti con questa strada ha lo scopo chiaro di evitare allo Stato l’emissione di altri Bot ad interessi comunque elevati (seppur in discesa rispetto al recente passato), utilizzando questi soldi per fronteggiare nel breve termine il debito pubblico. Tali risorse saranno poi restituite agli Enti Locali con  l’1% “soltanto” d’interesse, quindi meno rispetto appunto al tasso d’interesse collegato ai Bot. Resta da capire se alla fine tale posizione porterà ad un computo finale costi/benefici nullo, perchè quello che guadagnerà lo Stato, sarà perso dagli Enti Locali, che trasferendo tali risorse all’interno di Istituti di Credito invece, avrebbero guadagnato molto più dell’1%; a quel punto potrebbero essere costretti quindi di nuovo ad aumentare le tasse locali sui cittadini, per coprire quest’ulteriore abbassammento di entrate. A tal proposito c’è chi (nello specifico la Provincia di Treviso), per evitare la coazione dello Stato, ha già investito i suoi soldi in Titoli di Stato, che non potranno più essere sbloccati fino al 31 Dicembre prossimo.

Difficile prendere una posizione all’interno di un argomento così complesso, dove pro e contro sembrano bilanciarsi: sicuramente in questo momento lasciare i soldi in mano ad un Governo Tecnico impegnato a risanare, ci offre maggiori garanzie che saranno di certo evitati gli sprechi, che potenzialmente e senza retorica nascosta, sono (per abitudine, cattive usanze e forma mentis) più facilmente compiuti  da politici di professione. Ma se poi questi si rifaranno come al solito sui cittadini, ancora una volta saranno “solo” quest’ultimi a rimetterci sempre e comunque.

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