Leo Messi, mai nessuno come lui!

Cercare di porre un limite alla pulga sembra diventata un’operazione mentale ormai discutibile. Ma, d’altronde, quando nel 2010 lo abbiamo visto segnare quattro gol, uno più pregevole dell’altro, nientemeno che ai Gunners, durante un quarto di finale di Champion’s League,  pensare che il suo limite lo avesse già toccato, era quasi scontato. Eppure Lionel Messi non gioca per superare limiti altrui, lui a 24 anni già li ha superati tutti. Ormai gioca contro sé stesso. Perché quel piccolo concentrato di fenomenite ha già riscritto la storia, ora vuole solo abbellirla, aggiungere qualche ghirigoro qua e là.

Così ieri, contro una squadra che appena tre giorni prima aveva battuto per due a zero una formazione stellare qual è il Bayern Monaco, la pulce, ha deciso di superarsi ancora, di spostare nuovamente più in là di un metro, il paletto sconfinato dei suoi limiti. “Il mio massimo è stato segnare quattro gol in una partita ad eliminazione diretta di Champion’s. Vediamo se oggi riesco a farne cinque”. Questo deve aver pensato Lionel Messi prima di entrare in campo.

E come fosse magia, da predestinato qual è, tutti i suoi pensieri diventano realtà e ci regalano sogni, sotto forma di un pallone che, ora, occuperà un posto speciale nella sua bacheca personale. Il primo gol è arrivato dopo soli 24 minuti. E’ partito, Leo, da un lancio dalle retrovie, e con la sua velocità ha dato cinque metri di scarto ai difensori avversari. Poi solo davanti al portiere ha visto se poteva passare palla ad un compagno. La mole incredibile dei suoi gol farebbe pensare che Leo sia un giocatore egoista, uno di quelli che tira sempre appena vede lo specchio della porta. Si tratta invece di uno degli attaccanti più altruisti che il gioco del calcio ci abbia regalato. Si è reso conto, però, di essere solo. Così ha deciso di strabiliare la vista degli ottantamila del Camp Nou con un tocco sotto delizioso, un pallonetto da dentro l’area di rigore che si è insaccato a rallentatore, per farcene apprezzare ancor di più la fattura.

Per lui un gol normale, e forse, anche per noi che ne apprezziamo le gesta fin da quando era un giovane fenomeno appena uscito dalla Cantera. Il secondo gol è un gol dei suoi. Un colpo da prestigiatore, da illusionista. Uno-due-tre tocchi al pallone, e Leo Messi come un incantatore di serpenti, ipnotizza tutta la difesa delle aspirine, e insacca.

La ripresa lo vede, se possibile, ancora più ispirato. Si presenta con un pallonetto, forse, ancora più bello del precedente. Il suo aggancio è da manuale del calcio, di quelli che si dovrebbero far vedere nelle scuole. E poi da una distanza follemente vicina al portiere, ci regala il secondo pallonetto della serata, con Leno che prova invano ad alzare le braccia.

Il suo quarto gol è un semplice tap-in. Per ricordare al suo pubblico, che lui sa segnare anche i gol facili, e che a delle straordinarie, uniche, qualità tecniche, unisce anche una freddezza e un senso della posizione, che da sempre è il punto debole di tanti attaccanti tecnicamente sopra la media. Per il pokerissimo, invece, Leo decide di cambiare modus-operandi. Vede la porta da fuori area, e fa partire un tiro a giro su cui Leno, ancora una volta, non può nulla.

Cinque volte Leo Messi, cinque volte il pubblico si è alzato ad applaudire le sue magie. E mai nessuno in Champion’s League era stato capace di tanto. D’altronde, mai nessuno è stato come lui.

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