Ricchezze del territorio: l’asparago violetto di Albenga

La primavera è alle porte, le giornate si allungano sempre più e la colonnina di mercurio indica un netto innalzamento delle temperature. Tutte queste condizioni danno il via al raccolto del famoso Asparago Violetto di Albenga.

In molti hanno provato ad imitarlo, in ogni parte del mondo, addirittura in Nuova Zelanda e negli USA con l’aiuto di esperti agronomi ma hanno ottenuto scarsi risultati; si può quindi affermare che il vero Asparago Violetto è unico al mondo. Negli ultimi anni la coltivazione di questa varietà di ortaggio ha subito un calo drastico, si è passati dai 300 ettari coltivati negli anni ’70 ai poco più di 10 ettari degli anni 2000. La sua unicità e l’habitat ridotto hanno portato il Violetto di Albenga a diventare uno dei Presidi Slow Food.

Le caratteristiche che rendono questo prodotto unico sono soprattutto i suoi turioni, ovvero i germogli, che sono molto grandi e di un insolito colore violaceo che va via via attenuandosi scendendo lungo la base. Dopo svariati studi e test condotti da esperti ed agronomi si è scoperto che il caratteristico colore non dipende dal tipo di coltivazione bensì dai tratti genetici del prodotto. Il Violetto di Albenga possiede infatti 40 cromosomi rispetto ai 20 dei comuni asparagi e per questo non è nemmeno incrociabile con altre varietà poiché produrrebbe delle piante sterili. I terreni alluvionali del territorio ligure forniscono inoltre l’habitat ideale per il prosperare delle coltivazioni. Tutto l’insieme di queste caratteristiche fanno dell’asparago così ottenuto un prodotto davvero inimitabile.

La globalizzazione del mercato degli ultimi anni e il conseguente aumento della domanda, hanno fatto sì che le colture venissero intensificate nelle serre di vari paesi che generano però asparagi di minor qualità. I veri intenditori sanno attendere con pazienza il periodo più adatto per saggiare il Violetto di Albenga, ovvero dalla fine del mese di marzo fino al mese di giugno.

Le piantagioni vengono curate in apposite asparagiaie e le piante, di durata quinquennale, vengono disposte nella misura di una o due per metro quadro. Disposte ad incrocio a seconda del genere – maschile o femminile – vengono impollinate dagli insetti che danno così il via alla produzione degli asparagi. I produttori conservano infine le semenze delle proprie piante per continuare a preservare l’unicità del Violetto di Albenga.

Purtroppo la scarsa redditività e l’unico raccolto annuale di questa specie di asparago, hanno portato la maggior parte dei coltivatori a preferire colture più redditizie e con più raccolti stagionali.

Per le sue caratteristiche organolettiche e per la sua consistenza tipica burrosa e morbida, priva delle fibre tipiche delle altre varietà, in cucina questo asparago richiede preparazioni atte ad esaltare il suo sapore. Abolite quindi le salse, le lunghe cotture e il congelamento, si usa mangiarli semplicemente lessati con un filo d’olio di ottima qualità in abbinamento a pietanza altrettanto delicate come pesce lesso o carni bianche.

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