La Fornero nell’angolo pensa all’aiuto del Parlamento, ore critiche per l’accordo sull’articolo 18

Prima del vertice di domani con il premier Monti, continuano per tutta la giornata odierna gli incontri riservati sul lavoro, partita che è già entrata nei tempi supplementari e rischia di decidersi “ai rigori”. “Porteremo comunque la riforma in parlamento” diceva infatti ieri una Elsa Fornero che ormai se la gioca “a tutto campo” spuntando su stampa, televisione e social networks. Alternando “affondi” a toni concilianti, la titolare del welfare continua ad affermare impegno e buona fede per il miglioramento del mercato del lavoro, uniti alla volontà di cercare una intesa con le controparti, in particolar modo con quei sindacati che ormai sembrano concordi nel bocciare parte delle proposte presentate, specialmente quelle sull’articolo 18.

Ospite prima da Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, ed oggi in streaming durante il convegno “TuttoPensioni” organizzato da Il Sole 24 Ore, i concetti espressi dalla dinamica professoressa sono più o meno gli stessi: “Capisco che da parte dei sindacati ci sia un attaccamento simbolico a regole e garanzie che fanno parte della loro storia ma le cose cambiano. Nessuno vuole togliere regole e garanzie in senso punitivo, chiediamo di fare insieme un passo avanti nell’interesse del paese e dei suoi giovani e mi sembra difficile che questa richiesta venga rifiutata”.

Ma analizzando l’insoddisfacente proposta sulla flessibilità in uscita, che allo stato semplicemente “intorbidisce” il compito dei giudici del lavoro, non sembrano affatto ideologiche le motivazioni offerte dai leader sindacali per manifestare il loro scontento: “Il governo vuol buttare lo stralcio dell’articolo18 in aria per farlo vedere all’Europa come se fosse una vicenda che libera tutte le assunzioni e tutta l’economia italiana: una fregnaccia clamorosa perche’ non e’ cosi” afferma un Raffaele Bonanni molto contrariato alla trasmissione Omnibus su La 7. Concentrarsi quindi sulla crescita, piuttosto che mandare tutto all’aria in una zuffa sui licenziamenti, un appello condiviso anche da Uil e Cgil, nonostante certa stampa cerchi di enfatizzare le posizioni della sigla guidata da Susanna Camusso, sperando forse di rompere il fronte unitario.

Anche tra i politici il quadro è confuso e non permette previsioni nel caso di una forzatura da parte dell’Esecutivo. Il Terzo Polo sembra lanciarsi acriticamente nella difesa della Fornero, passando dai toni più cauti di Pier Ferdinando Casini, che sprona a trovare un accordo condiviso, fino a quelli di Gianfranco Fini che stavolta non pare aver ben presente la materia del contendere, arrivando a sostenere che l’articolo 18 “Sarebbe stato meglio se fosse rimasto in vita solo per i licenziamenti discriminatori, per i neo assunti” e dimenticando che un esperimento molto simile fu tentato già con il “Patto per l’Italia” nel 2002, senza alcun esito miracoloso per l’occupazione.

Anche il Pdl sembra smarcarsi da un possibile scontro con le sigle sindacali, ed Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati, avvisa: “Il decisionismo rimproverato per lunghi anni a Silvio Berlusconi non può trasformarsi d’incanto nella bacchetta magica che salverà l’Italia” mentre il Pd con l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano chiede di non procedere a testa bassa, anzi di ritardare sulla tabella di marcia “…se questo favorisce un’intesa unitaria; evitiamo di portare in Parlamento un non accordo o un accordo separato, perché il suo cammino sarebbe più difficile“.

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In tutto questo c’è tempo anche per suscitare qualche curiosità, con l’arrivo improvviso di un utente chiamato “elsafornero” su Twitter, che alle 14.20 di ieri ha esordito scrivendo: “Buongiorno amici di Twitter. Tra poco inizierò a “twittare” anche io… Il tempo di imparare”. Sebbene in poche ore abbia guadagnato già molti “followers”, lo scetticismo non manca, e qualcuno pensa già ad uno scherzo o addirittura ad un “fake”.

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