Riforma mercato del lavoro: domani tavolo finale, Cgil dissente

Dopo le trattitive di ieri, la riforma del mercato del lavoro andrà avanti con il consenso di tutte le parti sociali, meno che quello della Cgil, che ha confermato il suo dissenso. Nonostante il mancato accordo con uno dei più importanti sindacati italiani, il premier Mario Monti ha dichirato che «per il Governo la questione è chiusa». Domani alle 16 si terrà il tavolo finale con tutti i partecipanti al negoziato per la chiusura del testo della riforma.

Monti ha sottolineato che «né oggi né giovedì ci sarà un accordo firmato dal governo con le parti sociali», poiché il tavolo aveva solo lo scopo di discutere dei contenuti della riforma. «Il dialogo è importantissimo ma non riflettiamo una cultura consociativa di un passato lontano», ha proseguito Monti. Dopo la giornata di domani la parola passerà al Parlamento, che dovrà dare il suo appoggio alla riforma.

Il ministro Fornero ha parlato nello specifico delle novità della riforma, fra cui le nuove regole sui licenziamenti: restano nulli i licenziamenti discriminatori, sarà previsto un indennizzo (da 15 a 27 mensilità) per i licenziati a causa di motivi economici e infine, per i licenziamenti disciplinari, spetterà al giudice decidere tra indennizzo o reintegro del lavoratore. Il ministro ha poi specificato che le nuove norme varranno per tutti i lavoratori, non solo per i neo-assunti: «Si tratta di una soluzione che non va contro nessuno ma si inserisce in un ridisegno complessivo del nostro mercato del lavoro. Si rendono meno blindati i contratti a tempo indeterminato e si rende più oneroso il ricorso ai contratti flessibili», dice il ministro Fornero.

Ancora incerto il veicolo normativo che il governo sceglierà per il varo della riforma. Il più probabile sarebbe una legge delega, ma il premier si riserva di discuterne con il presidente Napolitano prima di comunicare la decisione definitiva. Le altre due ipotesi sarebbero un decreto delegato o un decreto legge.

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