Aumento Iva ordinaria: Fiesa Confesercenti lancia allarme

L’aumento dell’aliquota Iva ordinaria, unitamente a quello per l’aliquota intermedia, programmato dall’ultimo trimestre del corrente anno, rischia di generare effetti disastrosi per le imprese e per le famiglie. A stimarlo è la Fiesa, Federazione Italiana Esercenti Specialisti dell’Alimentazione, aderente alla Confesercenti, che in merito ha lanciato un allarme consumi. Questo perché secondo le stime della Federazione l’aumento dell’imposta sul valore aggiunto genererà un impatto pari a 66 euro circa l’anno solo per il comparto alimentare, con il conseguente ed ulteriore assottigliamento del potere d’acquisto dei consumatori.

La Federazione, inoltre, considerando la stretta nel settore immobiliare, l’aumento dei costi per le utenze, e l’Imu, stima che entro il prossimo autunno altri duemila negozi che vendono alimentari rischiano di questo passo di chiudere in via definitiva i battenti.

E se i consumi sono stagnanti in Italia da un paio d’anni a questa parte, la Fiesa ha fatto presente con un comunicato ufficiale come la situazione nel settore della distribuzione alimentare sia spesso drammatica per molti piccoli esercizi di vicinato proprio a causa delle minori disponibilità economiche delle famiglie. D’altronde i consumatori hanno tagliato gli acquisti e con l’aumento dell’Iva si rischia per i consumi di dare il colpo di grazia. La Fiesa chiede di conseguenza di rimandare l’aumento dell’Iva in programma ma anche di porre un freno all’aumento dei prezzi dei carburanti che si ripercuote sui costi di trasporto che poi si vanno a trasferire sui prezzi finali praticati ai consumatori. Ad esempio, l’aumento dei prezzi di benzina e diesel potrebbe essere neutralizzato riducendo le accise oppure introducendo la cosiddetta accisa mobile.

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