Benefit agli ex Presidenti della Camera: Casini rinuncia, Violante forse, Bertinotti no! E il comunismo?

Non ci piace criticare gratuitamente le persone, ma di certo sulla decisione del taglio ai benefit degli ex Presidenti della Camera, qualcosa la dobbiamo per forza dire.

Primo: il Senato aveva deciso di tagliare i benefit a partire dalla fine di questa legislatura, per gli ex Presidenti (tutti!), una volta terminati i 10 anni successivi alla fine del loro incarico. Per gli appartenenti alla Camera dei Deputati invece, si sono stabilite subito delle eccezioni: da Violante in poi per gli ex Presidenti si cominceranno a conteggiare i 10 anni soltanto dal 2013! Perchè questa diversificazione che mostra un attaccamento disgustoso a dei privilegi ulteriori, quando a tutti gli italiani, anche ai più poveri, vengono richiesti sacrifici clamorosamente elevati.

Secondo: Casini ha subito rinunciato a tutti i benefit, con una decisione dall’effetto immediato. “Ho avuto l’onore di servire la Camera dal 2001 al 2006, rinuncio con effetto immediato a questi benefici”. Violante (Pd) è rimasto invece molto più cauto sull’argomento, quasi arrivando ad accusare di protagonismo Casini, per un gesto invece elegante e di buon senso. «Non ho mai partecipato a fiere dell’ipocrisia e non intendo farlo neanche questa volta, né intendo compiere esibizionismi. Se non interverranno decisioni diverse della Camera dei Deputati, deciderò alla fine della legislatura in corso, dopo avere informato i miei collaboratori”.

Ma la frecciata più grande, a livello personale, mi è arrivata da Fausto Bertinotti (il comunista!), persona che ho sempre stimato: “Mi atterrò, come sempre, a quello che ha deciso l’Istituzione”, che tradotto significa: se la Camera decide che devo mangiare sulle spalle degli italiani per altri 11 anni, io rispetterò tale presa di posizione.

Il comunismo professava ben altro, oppure ricordo male?

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