La tassa sugli Sms sarebbe già sparita dopo il coro di proteste

Sarebbe stata eliminata, in particolare a seguito delle pressioni dei gestori telefonici, la tanto discussa tassa di 2 centesimi contenuta nel decreto legge per il rifinanziamento della Protezione Civile, un balzello che si sarebbe dovuto applicare su tutti gli sms in caso di dichiarazione di uno stato di emergenza. Non è la prima volta che una tale misura viene messa in cantiere, in quanto risulta che durante il secondo governo Berlusconi si prospettò già una soluzione simile, ed ora come allora ci fu un interminabile coro di proteste (anche dalla stessa maggioranza di governo) che costrinse l’esecutivo a fare dietrofront.

Anche nelle ultime ore non sono mancate le levate di scudi bipartisan, ad esempio dal Pdl che con Bruno Murgia ha richiamato l’attenzione sull’elevato livello di tassazione che si sta raggiungendo, pur ribadendo la necessità di trovare i fondi necessari.

Anche Enzo Raisi di Futuro e Libertà critica il provvedimento con le stesse argomentazioni: “Si continua a credere che il finanziamento di interventi di spesa, per quanto importanti come il fondo nazionale della Protezione civile, possa avvenire solo attraverso l’introduzione di nuovi balzelli fiscali e non grazie ad una traslazione di risorse da comparti di spesa meno produttivi“. Per il Codacons, saremmo eventualmente di fronte ad un “furto con destrezza”, visto che il costo degli Sms in Italia è già di “cinque volte di più” rispetto alla media degli altri paesi europei.

“Invece di cercare di ridurre il divario con gli altri paesi UE, intende aggravarlo ulteriormente senza tener conto che queste tasse colpiscono ricchi e poveri, indipendentemente dal reddito e dalla capacità contributiva delle famiglie” si afferma in un recentissimo comunicato dell’associazione dei consumatori.

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