Quello odierno è stato un venerdì di paura sui mercati azionari internazionali, ed in particolare sulle piazze europee che hanno chiuso tutte in calo. Zavorrata dai bancari, la Borsa di Milano è stata bersagliata dalle vendite, con la conseguenza che il FTSE Mib al close ha perso il 3,43%. A pesare sono i rinnovati timori sulla sostenibilità dei debiti sovrani dei Paesi periferici dell’Eurozona, ma anche le attese di un rallentamento della crescita in Cina. Ma le notizie tutt’altro che entusiasmanti sono arrivate per l’Italia anche dal fronte interno, ed in particolare dall’Istituto Nazionale di Statistica che in data odierna ha alzato il velo sui dati definitivi dell’inflazione di marzo 2012, e sulla produzione industriale dello scorso mese di febbraio.
Ebbene, l’Istat ha rilevato, per il mese di febbraio del 2012, un calo congiunturale dell’indice della produzione industriale pari allo 0,7%, così come su base annua la discesa è stata ampia con un secco -6,8%. Allo stesso modo è preoccupante il dato sull’indice dei prezzi al consumo di marzo 2012, cresciuto dello 0,5% rispetto al mese precedente, e del 3,3% su base annua.
Ma l’inflazione viaggia, sempre riferita a marzo 2012, al 4,6% se si restringe il campo di osservazione dei prezzi ai beni con una maggiore frequenza d’acquisto. Insomma, l’economia italiana è col freno tirato, le tasse aumentano, i prezzi salgono, la benzina è a due euro al litro, e lo spread Btp-Bund oggi è tornato in area 380 punti. E per non dimenticarlo, a meno di ripensamenti da parte del Governo, ad ottobre 2012 c’è anche un nuovo aumento dell’Iva che, ci scommettiamo, deprimerà ulteriormente i consumi.