Arriva l’IMU, leggi come si calcola rata giugno

Con la pubblicazione di due Provvedimenti e di una Risoluzione dell’Agenzia delle Entrate, tutti datati 12 aprile 2012, si completano le informazioni essenziali di cui il contribuente avrà bisogno per pagare l’IMU, la nuova versione dell’ICI, che a partire da giugno dovrà essere di nuovo pagata anche sulle prime abitazioni. Diciamo, anzitutto, che il PDL ha vinto la sua battaglia, ottenendo che il versamento di giugno possa essere rateizzato da parte del contribuente, ma limitatamente alle prime case. Per queste, infatti, sarà possibile pagare la prima rata in due pagamenti distinti: il primo entro il 18 giugno e il secondo entro il 17 settembre. Resta invariata, in ogni caso, la data del saldo, che dovrà avvenire entro il 17 dicembre 2012.

Partiamo dal primo appuntamento. La data da ricordare è il 18 giugno. Entro quel giorno, il contribuente dovrà decidere sulla prima casa se vorrà pagare la prima rata in un’unica soluzione o se vuole procedere a due pagamenti separati e per lo stesso importo.

Iniziamo con il primo caso, che riguarda obbligatoriamente i pagamenti relativi al versamento dell’imposta sulle seconde abitazioni, sui fabbricati rurali, sui fabbricati strumentali (capannoni), negozi, laboratori artigianali. Bisognerà pagare il 50% dell’imposta base prevista dal governo, tenendo conto delle detrazioni ammissibili. Vediamo il calcolo. E’ necessario moltiplicare l’aliquota base (0,4% per la prima casa e 0,76% per la seconda abitazione) per la rendita catastale, a sua volta moltiplicata per 160 e rivalutata per 1,05. Al risultato di questa moltiplicazione multipla deve essere sottratta la detrazione di 200 euro e altri 50 euro per ogni figlio residente nell’abitazione e di età inferiore ai 26 anni. Ma attenzione: le detrazioni valgono solo per le prime case e possono ammontare in totale a 600 euro, pari a una famiglia di 8 figli, tutti sotto i 26 anni. E ancora: il risultato di questa sottrazione deve essere diviso per due. Questo è l’importo di quanto si dovrà pagare a giugno.

Qualora il contribuente si avvalga della possibilità di diluire in due versamenti l’importo della prima rata, il calcolo di cui sopra resta uguale, ad eccezione dell’ultimo procedimento, visto che si dovrà moltiplicare il risultato per il 33%, mentre un altro 33% sarà pagato a settembre.

Esempio concreto. Rendita catastale: 500 euro. Prima casa. Famiglia con due figli sotto i 26 anni. Pagamento a giugno e dicembre. A giugno si dovrà pagare: 0,004 x 500 x 160 x 1,05 = 336 euro – 200 – (50 x 2) = 36 euro/2 = 18 euro. Nel caso di rateizzazione, si pagheranno a giugno 12 euro e altri 12 euro a settembre.

Stessa situazione di cui sopra, ma tenendo presente che si tratta di una seconda casa: 0,0076 x 500 x 160 x 1,05 = 638,40 /2 = 319,20 euro. Questo sarebbe l’importo da pagare a giugno, senza possibilità di rateizzarlo e non si applicano le detrazioni.

A dicembre, lo scotto potrebbe essere più salato. Infatti, entro il 17 del mese si dovrà pagare il saldo dell’imposta. Tuttavia, a questo punto si dovrà tenere conto delle aliquote effettivamente applicate dai comuni, che potrebbero essere diverse da quelle base previste dal governo. Ad esempio, sulle prime abitazioni il comune potrà variare in alto e in basso l’aliquota dello 0,2%, portando l’imposta da un minimo dello 0,2% a un massimo dello 0,6%. Stesso discorso per le seconde abitazioni, ma in questo caso il comune potrà variare sia in alto che in basso dello 0,3%, portando la tassazione minima allo 0,46% e quella massima all’1,06%.

Infine, ricordiamo che saranno soggetti a tassazione anche i fabbricati rurali, con aliquota dello 0,2%, ma in questo caso il comune avrà facoltà solo di variare al ribasso fino a un minimo dello 0,1%.

Nel caso sopra esposto, immaginiamo che sulla prima casa il comune abbia imposto l’aliquota massima dello 0,6%. A dicembre, tenendo presente che il contribuente non si sia avvalso della rateizzazione, si dovrà pagare il saldo, ossia 204 euro – 18 euro già pagati a giugno = 186 euro. Una grande stangata!

La rata che il contribuente pagherà a giugno sarà, quindi, l’incasso che lo stato pretenderà dai comuni, visto che nel decreto “salva Italia” si è previsto che Roma chiederà agli enti locali il 50% dell’introito previsto dall’applicazione delle aliquote base IMU. Tenendo conto di questa norma, è molto probabile che le variazioni dei comuni siano al rialzo, non già al ribasso delle aliquote. Per i sindaci, infatti, un ritocco al ribasso delle aliquote sarà a loro carico totale, visto che lo stato centrale pretenderà sempre una quota fissa degli incassi. Alcune amministrazioni, infatti, soprattutto al nord, stanno ragionando per lo più su come rimodulare la tassazione sulle prime case, avvantaggiando possibilmente le famiglie, in particolare, quelle numerose, per il tramite dell’aumento delle detrazioni previste.

L’Agenzia delle Entrate ha reso noto, poi, che il contribuente potrà avvalersi dei vecchi moduli cartacei fino al 31 maggio 2013, mentre è fatto obbligo ai titolari di partita IVA di avvalersi del pagamento in modalità telematica. Quest’ultima prevederà un aggiornamento dei codici di tributo e la modifica della dicitura “ICI” in “IMU”, a fare data dal 18 aprile 2012. Gli altri contribuenti potranno presentare il modello di pagamento unificato alle Poste, alla banca o agli agenti di riscossione.

 

 

 

 

 

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