Francia, Sarkozy: niente accordo con Le Pen. Sondaggi lo danno sconfitto

Il 18% ottenuto da Marine Le Pen al primo turno delle presidenziali francesi, domenica scorsa, fa gola proprio a tutti. Si tratta di una percentuale doppia di quella raggiunta dai centristi di François Bayrou, che ha perso, infatti, il primato di uomo più corteggiato tra un turno e l’altro. L’ascesa dei consensi per il Fronte Nazionale interroga tutti sulle ragioni che hanno spinto milioni di francesi ad affidarsi alle risposte della destra radicale, piuttosto che ai partiti tradizionali. Ma nonostante si parli di corsa ai voti di Le Pen, cosa che starebbe riguardando persino il socialista François Hollande, il presidente uscente Nicolas Sarkozy ha voluto smentire di essere in procinto di stringere un accordo con i frontisti.

E’ stato netto l’inquilino dell’Eliseo, quando ha affermato che non è previsto alcun accordo con Marine Le Pen e i suoi uomini, ma semmai si punta a ragionare su come interpretare le ragioni di quel 18% che ha votato per lei.

Secondo Sarkozy, infatti, la differenza tra lui e Hollande sarebbe che quest’ultimo demonizza gli elettori del Fronte, mentre lui cerca di capirne le ragioni. Se hanno il diritto di voto, ha aggiunto, allora significa che le loro idee sono degne di essere prese in considerazioni e non dovrebbero essere considerate estremistiche. Una volontà di demarcare la differenza con il rivale, al fine di penetrare maggiormente tra l’elettorato della destra radicale, che non sarà facile da raggiungere nemmeno per lui.

Molti voti dati alla Le Pen sono provenuti, infatti, dai delusi da Sarkozy o da elettori che hanno proprio votato contro di lui. Non è una coincidenza che la leader della destra non dovrebbe dare alcuna indicazione di voto ai suoi elettori, annunciando semmai per quale candidato voterà personalmente. E secondo alcune indiscrezioni si dovrebbe pronunciare l’1 maggio per una scelta neutrale.

Sì, perché a Le Pen interessa il terzo turno, come viene chiamato qui in Francia, ossia le legislative. Si terranno tra un mese e mezzo, a giugno, e vedranno il rinnovo di 577 deputati dell’Assemblea Nazionale. Sulla base di quanto è avvenuto tre giorni fa, il Fronte Nazionale avrebbe la possibilità di arrivare al ballottaggio in almeno un centinaio di seggi, con la possibilità di vincere in almeno una quindicina di questi.

La legge elettorale, scritta apposta per arginare il fenomeno del Fronte, prevede, infatti, che al secondo turno vadano tutti i partiti che al primo turno abbiano ottenuto almeno il 12,5% dei consensi, cosa che taglia quasi sempre il Fronte Nazionale dai ballottaggi, comunque, privandolo della possibilità di vincere anche solo in un collegio, visto che al secondo turno concorrono generalmente almeno altri due partiti: socialisti e Ump.

Ma stavolta, le cose sono diverse, perché Le Pen ha oltrepassato la soglia del 20% in ben 43 province su 101, contro le 25 di soli 5 anni fa. Questo implica la possibilità di arrivare a percentuali importanti anche per le politiche di giugno.

Intanto, un sondaggio realizzato da Opinion Way conferma quanto si è detto nelle scorse settimane. Il socialista Hollande resterebbe in vantaggio con un abbondante 54%, contro il 46% di Sarkozy. La differenza di otto punti percentuali non sarebbe facile da colmare.

Stando alle intenzioni di voto tra gli elettori, si scopre che il 91% di chi ha votato Jean-Luc Mélénchon al primo turno voterà Hollande, seguendo senza tentennamenti l’appello lanciato dal loro leader la stessa sera della chiusura dei seggi. Il 36% degli elettori centristi di Bayrou voterebbe per il socialista, mentre un buon 27% dei frontisti di destra darebbero a quest’ultimo il loro voto.

Sarkozy, invece, si imporrebbe tra i centristi con il 41%, mentre otterrebbe solo il 2% dei voti di Mélénchon, il 47% di quello del Fronte Nazionale e il 19% di chi si è astenuto domenica scorsa. In quest’ultimo caso sarebbe la stessa identica percentuale che andrebbe in favore del suo rivale.

Dunque, Sarkozy non sfonderebbe a destra, ottenendo meno di quanto pronosticato prima del primo turno, quando qualche sondaggio indicava in un 60% i voti di Le Pen, che sarebbero andati a lui dopo due settimane.

E proprio quella che avrebbe dovuto essere la strategia di Sarkò in campagna elettorale, il suo asso nella manica, potrebbe rivelarsi un boomerang per lui. Parliamo della possibilità che il cancelliere Angela Merkel partecipi a qualche manifestazione in sostegno del collega. La donna si è detta già preoccupata per l’esito del primo turno, ma un suo aiuto a Sarkozy allontanerebbe ancora di più da questi i voti decisivi del Fronte, che ha sempre protestato vivacemente contro una Francia sottomessa ai diktat di Berlino.

Dal canto suo, Merkel si gioca le sue ultime carte, consapevole che tra una decina di giorni si potrebbe confermare la perdita di un prezioso alleato, la cui intesa le ha consentito di spadroneggiare in Europa, forte dell’accordo tra le prime due economie dell’Eurozona.

Hollande cercherà di criticare aspramente in questi ultimi giorni di campagna elettorale l’asse Merkozy, cosciente del forte consenso trasversale che vi è su questo punto tra gli elettori. I sondaggi e le strategie sbagliate ci dicono che il ballottaggio porterà dritto alla sconfitta Sarkozy.

 

Impostazioni privacy