Il Pdl ossessionato dai licenziamenti e dall’articolo 18: “Cambiatelo di nuovo”

Era ormai scontato che sul Ddl di riforma del mercato del lavoro la parola fine non sarebbe apparsa fino all’approvazione definitiva del provvedimento, al di là dei buoni propositi dell’esecutivo e delle rassicurazioni dei partiti di maggioranza. Ora si scopre, tramite il relatore Maurizio Castro del Pdl, che ci sono già circa 800 emendamenti depositati nella commissione Lavoro del Senato dai vari gruppi parlamentari. Ed è lo stesso esponente politico ad annunciare alcune novità sulla questione infinita dell’articolo 18, in particolare l’arrivo di alcuni “aggiustamenti” che vanno (guarda caso) nella direzione voluta da Confindustria, e che riguarderebbero le azioni dei magistrati in relazione ai licenziamenti: “I cambiamenti per il disciplinare riguarderanno la tipizzazione legale, che va espunta rispetto alla tipizzazione contrattuale e regolamentare, e per l’economico la possibilita’ che la procedura conciliativa, attivata dopo la dichiarazione dell’intenzione di licenziamento, non possa essere elusa con la collocazione fraudolenta da parte del lavoratore destinatario dell’intenzione”.

Secondo Castro il lavoro di modifica tramite emendamenti sta procedendo di concerto con l’Udc e con l’altro relatore, Tiziano Treu del Partito Democratico, ma nonostante ciò dovrebbe essere lo stesso governo a proporre le modifiche sull’articolo 18, per quella che il senatore definisce con l’ambiguo termine di “coerenza estetica”. Un assunto piuttosto bizzarro che sa molto di sotterfugio, ovverosia “noi proponiamo e voi disponete”.

Le proposte del Popolo della Libertà dovrebbero invece concentrarsi sulla flessibilita’ in entrata, andando ad incidere sulle parti del provvedimento dedicate a partite iva, contratti a termine ed apprendistato. ”Nessuno vuole snaturare il testo, si tratta di ritocchi propulsivi” conclude Castro, augurandosi che si trovi l’auspicata intesa con le altre forze politiche. Il capogruppo Pd nella commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, interviene però a stretto giro di posta, ribadendo che l’accordo raggiunto tra il presidente del Consiglio Mario monti ed il cosiddetto “ABC” (Alfano-Bersani-Casini) è un punto imprescindibile da qualsiasi iniziativa, da parte di chiunque: “Abbiamo sentito alcune voci che dicono che l’esecutivo si appresterebbe ad emendare anche il tema dei licenziamenti. Si tratta di una scelta delicata che, se effettuata, non puo’ assolutamente mettere in discussione l’equilibrio raggiunto e soprattutto indebolire la posizione dei lavoratori, che debbono rimanere certi di avere sempre a disposizione una protezione dai licenziamenti facili“.

A caldo arriva anche un’altra reazione negativa, quella del sindaco leghista di Vittorio Veneto Gianantonio Da Re, che durante il suo intervento per la manifestazione odierna del 25 aprile lancia un deciso altolà al suo “concittadino” e raccoglie applausi a scena aperta anche dai militanti della sinistra presenti alle celebrazioni: “Invito Castro alla massima cautela. Come sindaco sottoscrivo la battaglia dei lavoratori e penso che non debba essere toccato l’articolo 18 che e’ fondante dello statuto dei lavoratori, come lo e’ la Carta costituzionale per la Repubblica. Oggi la necessita’ non e’ il licenziamento, ma sono le assunzioni”.

Il nome di Maurizio Castro riporta alla mente un’altra legge di cui fu ancora relatore, l’ultima della lunga serie partorita dai governi Berlusconi al solo evidente fine di indebolire le tutele dei lavoratori a vantaggio delle imprese: il cosiddetto “Collegato lavoro”. Quella normativa (fortemente voluta dal precedente ministro del walfare Maurizio Sacconi) conteneva alcuni passaggi devastanti, come la fissazione di un tetto massimo piuttosto basso –con effetto retroattivo- per il risarcimento del danno subito da lavoratori assunti con contratti a termine giudicati poi illegittimi; una misura che ha di fatto “falsato” un ingente numero di giudizi ancora pendenti, “defraudando” delle somme dovute dalla precedente legislazione un numero incalcolabile di ricorrenti.

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