Tra le polemiche arriva il “delisting” dei farmaci di fascia C per la libera vendita: l’elenco in G.U.

In data 19 aprile, con buon anticipo su quanto previsto, il ministero della Salute ha stilato la nuova lista dei farmaci che saranno venduti anche nelle parafarmacie, un elenco ufficializzato dalla successiva  pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 26 c.m. Il testo di ieri da’ quindi attuazione all’articolo 32 del decreto-legge cosiddetto “Salva-Italia” e porta come novità circa il trasferimento di circa 230 medicinali che subiranno il “delisting” ossia lasciano la fascia C (a totale carico del cittadino) per approdare alla libera vendita negli esercizi commerciali individuati dalla legge Bersani del 2006.

Dal ministero presieduto da Renato Balduzzi si fa sapere che le nuove disposizioni fanno seguito alle valutazioni tecniche dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) che hanno permesso la distinzione tra i medicinali che continueranno ad essere venduti solo nelle farmacie, con obbligo di ricetta, dagli altri. Dei 230 prodotti, 191 sono stati “delistati” perché simili ad altri già libera venduti liberamente e 39 perché già liberalizzati in almeno un paese dell’Unione Europea, senza rischi segnalati.

Per quattro categorie di medicinali è stata quindi esclusa la libera vendita: gli stupefacenti, gli iniettabili, i medicinali del sistema endocrino e tutti i medicinali per i quali e’ necessaria la presentazione ciclica della ricetta medica. Le tipologie di farmaci per i quali sarà prevista la vendita anche senza ricetta comprende invece “antivirali per uso topico a base di acyclovir, antimicotici vaginali prodotti per la circolazione, i colliri, gli antiallergici e gli antiinfiammatori per uso topico”. La lista dettagliata è comunque consultabile sulla Gazzetta Ufficiale n. 97 del 26 aprile 2012, mentre sulla n. 95 del 23 aprile 2012 è disponibile il decreto che il ministero (d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni) ha emanato per individuare le caratteristiche strutturali, tecnologiche ed organizzative delle parafarmacie e dei “corner” della grande distribuzione che possono vendere anche i nuovi farmaci “delistati”.

Pareri opposti sono giunti sul provvedimento, e se per Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti (Fofi), il ministero ha operato una scelta “con molto equilibrio,  tenendo presenti le effettive necessità del cittadino in termini di automedicazione”, per la catena Coop, che può vantare circa 105 “angoli” dedicati ai prodotti per la salute, la montagna ha sostanzialmente partorito il classico Topolino: “Si è gettata alle ortiche una liberalizzazione che solo nel settore dei farmaci di fascia C avrebbe potuto generare una riduzione dei prezzi per un valore di 250 milioni complessivi a beneficio dei consumatori. Non 230, ma al netto solo 136 farmaci vendibili: a conti fatti appena il 6% delle vendite della fascia C“.

La Coop coglie l’occasione per criticare anche il Regolamento Attuativo sui requisiti necessari per i punti vendita: “Siamo uguali alla farmacia per ciò che attiene la struttura dell’esercizio, lavorano da noi farmacisti laureati e abilitati alla professione ma siamo confinati a somministrare farmaci da banco, farmaci veterinari e ora una esigua gamma di farmaci di fascia C”.

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