Tasse e contributi zavorrano busta paga lavoratori

Un’azienda del settore industriale per dare ad un operaio 1.226 euro netti al mese deve scucire complessivamente ben 2.241 euro tra le tasse da pagare  ed i contributi previdenziali dovuti. A fornire questo calcolo è stata la Cgia di Mestre nel sottolineare, inoltre, come le cose non vadano meglio quando il datore di lavoro deve pagare un impiegato sempre nel settore industriale. In questo caso, infatti, per riconoscere all’impiegato 1.620 euro netti al mese la cifra complessiva da scucire è pari a ben 3.050 euro.

Con la conseguenza che i contributi previdenziali e le tasse in Italia si mangiano la metà circa della retribuzione lorda di un lavoratore. Questi dati forniti dall’Associazione degli artigiani mestrina dimostrano come in Italia il costo del lavoro sia alto, altissimo, con tutto quel che ne consegue per l’occupazione e per la creazione di nuovi posti di lavoro.

Giuseppe Bortolussi, il segretario della Cgia di Mestre, ha sottolineato come occorra rompere quello che è attualmente nel nostro Paese il circolo vizioso dei consumi. Meno si consuma, infatti, meno si produce e sempre più lavoratori rimangono a casa. Ragion per cui il rischio è quello di entrare in Italia in una fase di depressione che chiaramente occorre scongiurare con misure ed azioni ad hoc. D’altronde se le famiglie hanno sempre meno soldi in tasca, le imprese accusano il calo delle commesse a causa della crisi, ed anche le difficoltà nell’accesso al credito cui si uniscono spesso i crediti vantati dalle Amministrazioni Pubbliche che per rispettare il cosiddetto Patto di Stabilità continuano a ritardare i pagamenti.

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