In dirittura d’arrivo il “divorzio breve”, separazioni più svelte ed economiche ma spuntano i contrari

E’ stata calendarizzata per il prossimo 21 maggio la discussione alla Camera sul testo di riduzione della durata, da tre anni ad uno, del periodo obbligatorio di separazione legale, ovverosia la possibilità per le coppie di chiedere il divorzio dopo 12 mesi (24 se con figli minori) invece degli attuali 36. Era il 6 maggio 2008 quando il Popolo della Libertà, tramite l’assai celebre deputato Maurizio Paniz, aveva depositato la proposta che tra l’altro aveva sollevato in alcuni anche il sospetto di poter essere annoverata tra le cosiddette leggi “ad personam” dedicate surrettiziamente a Silvio Berlusconi.

In ogni caso il disegno di legge, tra l’altro molto breve, ha già superato senza particolari problemi l’esame delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia, e ciò fa supporre un appoggio bipartisan al momento dell’approvazione.

Si tratterebbe di una riforma molto rilevante, visto che oggi un così lungo periodo di “separazione ininterrotta” pre-divorzio vede l’Italia piuttosto isolata insieme a pochi altri Stati, mentre nella maggior parte dei casi le procedure sono assai più svelte, sino ad arrivare al caso dell‘Olanda dove generalmente non esiste alcuna fase intermedia prima di arrivare al divorzio. Anche sul versante economico vi saranno importanti novità, visto che sarà attuabile immediatamente la separazione dei beni, non appena il magistrato avrà autorizzato un primo scioglimento di fatto della coppia, e non più a seguito del passaggio in giudicato della sentenza. I pochi critici ritengono che le nuove norme potrebbero incentivare le coppie ad un uso smodato del diritto al divorzio, mentre Paniz su questo punto, al momento della presentazione del Ddl osservava: “La realtà odierna ci dice che il termine di tre anni per lo scioglimento del matrimonio non serve in alcun modo come deterrente per la prosecuzione di esperienze di coppia ormai logorate: al contrario, funziona come intralcio per la formalizzazione delle scelte di vita maturate nel frattempo”. I fatti sembrano dar ragione all’avvocato, visto che le alte spese ed i tempi lunghi dovuti alle vertenze non sembrano aver scoraggiato un aumento esponenziale delle separazioni, aumentate dal 1995 al 2009 di circa il 64%, e degli stessi divorzi che secondo l’Istat sono più o meno raddoppiati negli ultimi 15 anni.

A qualcuno tutto ciò sarà sembrato troppo bello per essere vero, ed infatti poche ore fa giunge la prima reazione negativa della Chiesa tramite il cardinale Angelo Bagnasco. Intervenuto a Locri per la conclusione della “Settimana della famiglia”, l’esponente del Clero ha affermato: “Se la famiglia e sostenuta con politiche efficaci, il Paese crescera. Per questo la societa deve difenderla, sostenerla e promuoverla e non deve contribuire a renderla fragile in nessun modo, ivi compreso il cosiddetto divorzio breve“.

A fargli eco, immediatamente, si tuffa il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, che gli da “piena ragione” e si mette ufficialmente di traverso all’approvazione della legge: “Va fermata la scelta totalmente errata di introdurre il divorzio lampo, che porterebbe a banalizzare il matrimonio e la famiglia”.

Nell’area berlusconiana sembra quindi aprirsi un inedito quanto ironico fronte di lotta, quasi una contrapposizione tra “progressisti” e “conservatori”.

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