Parma, affluenza del 10% oltre la media. Pizzarotti può farcela

Mentre sono ancora in corso le elezioni amministrative per i ballottaggi in 118 comuni, di cui 19 capoluoghi di provincia, un solo dato sembra certo ancor prima che si chiudano i seggi: gli italiani non sono andati a votare. Ieri sera, alle ore 22.00, risultava che fosse già andato a votare solo il 36,25% degli aventi diritto, l’11,37% in meno di cinque anni fa. Un tracollo preoccupante, quando pure al primo turno c’era stata una sostanziale tenuta, per quanto il dato risultasse complessivamente in negativo. Inviato il messaggio di sfida e anche di sfiducia alla politica, pare che gli elettori abbiano preferito a questo giro restarsene a casa. E non si può certo dire che molti avranno scelto la via del mare, visto che l’Italia del Nord era sott’acqua ieri e il Sud era senza uno spicchio di sole.

Ma il dato a cui si guarda con maggiore interesse è Parma, dove la sfida è tra il presidente della provincia in carica, Vincenzo Bernazzoli, candidato del PD e di tutto il centro-sinistra, contro il grillino del Movimento a 5 Stelle, Federico Pizzarotti.

I seggi si chiuderanno anche qui alle ore 15.00, ma c’è un numero magico che deve fare riflettere. Ieri, alle ore 19.00, il Viminale dava questo dato generale: affluenza nei 18 comuni al voto del 27,8%. Alla stessa ora, a Parma, risultava avere già votato il 37,7% degli aventi diritto, cioè il 10% oltre la media nazionale e nettamente oltre anche alla vicina Piacenza, dove aveva votato solo il 32,9%, cinque punti in meno. Dunque, che succede? Gli analisti alla vigilia hanno espresso questo convincimento, che possiamo riassumere nella seguente formula: bassa affluenza, vincerebbe Bernazzoli; alta affluenza, Pizzarotti potrebbe vincere.

Ora, il 10% in più potrebbe essere solo un indizio, ma a quest’ora è quanto ci basta per sostenere che nella città emiliana l’affluenza dovrebbe essere alle ore 15.00 di oggi ben più alta della media nazionale, per quanto scarsa in valore assoluto. Ciò sarebbe il segnale che in città vi sarebbe una certa mobilitazione ai seggi, che potrebbe (il condizionale è assolutamente d’obbligo) favorire il Pizzarotti.

D’altronde, venerdì la chiusura era stata tenuta a Piazzale della Pace da Beppe Grillo, unico leader nazionale ad averci messo la faccia. E non poteva essere altrimenti. Alfano è stato latitante, certo di una seconda enorme batosta, che colpirà il suo PDL in meno di quindici giorni. Bersani non è stato nemmeno desiderato a Genova , dove pure il suo candidato Doria parte ultra-favorito, avendo ottenuto quasi la metà dei voti già al primo turno. Il candidato del centro-sinistra ha persino temuto la presenza in città dei leader del PD. I centristi non avevano neppure grande incentivo a fare campagna elettorale, perché Genova a parte, non vi è granché traccia di loro candidati al ballottaggio.

Insomma, non si era mai avuta una campagna elettorale figlia di nessuno, dove i partiti nazionali hanno preferito fingere che il voto fosse solo un dato locale, quando ha coinvolto quasi un sesto dell’intero elettorato.

Se oggi Grillo dovesse ottenere lo storico risultato di vincere in una città capoluogo, l’impennata di fiducia nel suo M5S creerà un effetto domino, con cui gli altri partiti in Parlamento dovranno fare certamente i conti. I sondaggi accreditano le sue 5 stelle al 14%, un dato che se fosse confermato alle prossime politiche stravolgerebbe la geografia politica parlamentare e scombinerebbe le due coalizioni.

Ma i grillini sono al ballottaggio anche a Budrio, Comacchio, Garbagnate e Mira. A Garbagnate, il PDL ha dato indicazione di voto chiara in favore del grillino Matteo Afker, tale da impedire la riconferma del candidato del centro-sinistra. Anche negli altri centri, Parma inclusa, il PDL si sarebbe mobilitato senza fare rumore, per indirizzare il voto dei suoi elettori verso i candidati dell’M5S, in funzione anti-sinistra.

E la sinistra potrebbe prendere un’altra batosta anche a Palermo, dove la vittoria di Leoluca Orlando sarebbe scontata. Se così fosse, in due città-chiave su tre (Genova, Parma, Palermo), il PD rischierebbe di perderci la faccia, mostrandosi debole, rispetto a candidati “outsider”.

Il nervosismo è parecchio alto nel centro-sinistra, tanto che la Lega Coop ha annunciato querela contro Grillo, per le sue affermazioni a Parma, durante il comizio del venerdì, quando il comico ha sostenuto che a Budrio i grillini perderanno con certezza, perché il PD si sta comprando i voti, alludendo all’intreccio con il mondo delle cooperative. Queste hanno risposto che i voti li compra la mafia e hanno annunciato il ricorso alle vie legali.

A Palermo ci sono in corso polemiche per la denuncia da parte dei sostenitori di Orlando di presunti comizi davanti ai seggi da parte di rappresentanti di Fabrizio Ferrandelli, candidato al ballottaggio per il PD. Essi inviterebbero gli elettori a non votare Orlando, anche se la cosa non è stata ancora provata.

Il clima che si respira da nord a sud è di resistenza dei partiti della maggioranza inedita pro-Monti contro lo tsunami in via di completamento.

 

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