Stipendi, aumento minimo da trenta anni: i salari crescono la metà dell’inflazione

Retribuzioni quasi ferme nel 2012: secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, le retribuzioni contrattuali orarie nella media del 2012 sono aumentate dall’1,5% rispetto al 2011. Secondo gli esperti è la crescita più bassa da trenta anni (1983), in pratica la metà rispetto all’aumento dell’inflazione che si è attestata al 3%: i prezzi hanno avuto quindi un’impennata doppia rispetto alla crescita dei salari, il divario maggiore mai registrato dal 1995.

A dicembre è andata anche peggio con un aumento dell’indice delle retribuzioni contrattuali orarie di appena lo 0,1% rispetto a novembre e dell’1,7% rispetto allo stesso periodo del 2011. Niente buone notizie neanche per i tempi dei rinnovi contrattuali, che ormai superano i tre anni: la situazione attuale registra 32 contratti in attesa di rinnovo (di cui 16 nella Pubblica amministrazione) per un totale di quasi quattro milioni di lavoratori dipendenti in attesa (di cui quasi 3 milioni nella Pa). In generale l’attesa di rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto nel settore privato è di 39,8 mesi: bene il 28,4% dei dipendenti sono in attesa di rinnovo, il 6,8% nel settore privato.

Tornando ai salari, i dati Istat evidenziano un aumento dei salari soprattutto nel settore alimentari bevande e tabacco (3,6%), chimiche (3,3%), legno, carta e stampa, acqua e servizi di smaltimento rifiuti (per entrambi gli aggregati 3,0%). Variazioni nulle invece per le telecomunicazioni e tutti i comparti della pubblica amministrazione. 

Uno spiraglio di luce arriva invece da Confindustria che nella ‘Congiuntura flash’ afferma come in Italia si stia “toccando il fondo della dura recessione, la seconda in cinque anni”, ma si “delineano i presupposti di un rimbalzo che può dare avvio alla ripresa”.

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