Game of Thrones: chiesta la sospensione su Rai 4 perchè considerato pornografico

Non è trascorsa nemmeno una settimana dalla messa in onda in prima serata di Game of Thrones giovedì scorso su Rai 4, che già sono partite una serie di polemiche.

Sembra quasi una regola consolidata che quando in Italia o nei canali “istituzionali” si cerca di migliorare dalla mediocrità e di allinearsi al resto del mondo, escono fuori voci che inneggiano alla morale o alla non pertinenza “dell’allineamento” in questione. Seppur di piccola entità, le polemiche sulla serie della HBO mi sanno proprio di questo vizio italico.

Ma passiamo ai fatti: dopo la messa in onda della prima puntata della prima stagione di Got, l’Aiart (Associazione Italiana Ascoltatori Radio Tele-teatro-cinespettatori, organizzazione culturale e di volontariato di ispirazione cristiana) con una lettera indirizzata a Luigi Gubitosi, direttore generale della Rai ha espresso quanto segue: “il programma è volgare, pornografico con insistite scene di violenza e di sesso, quasi gli autori fossero impegnati ad ottenere l’Oscar della depravazione. E’ tollerabile che la Rai, servizio pubblico, alle 21 entri con un programma a luci rosse nelle case degli italiani?”. Queste sono le parole scelte dal presidente dell’Aiart, Luca Borgomeo il quale, probabilemnte ignora il successo mondiale del programma e soprattutto i raffinati dialoghi, le splendide scenografie e l’incredibile storia del Trono di Spade, seguita e amata da ormai tre anni in tutti i paesi nei quali sono stati diffusi i libri e serie tv. Insomma, ci si sofferma soltanto su ciò che può essere soggettivamente definito fastidioso e pornografico.

Game of Throne è stato additato addirittura come “incultura” da parte del presidente, una sorta di spreco di denaro pubblico, riferendosi al canone Rai. Una condanna senza appello si potrebbe dire senza neanche considerare il fatto che la Rai non produce costantemente prodotti di qualità e già il fatto di aver trasmesso la prima serie dopo tre anni, risulta alquanto anomalo rispetto alla solita messa cantata. Ed è a questo punto che il dubbio ci pervade in ogni dove: sollecitato dall’Aiart come si comporterà Gubitosi? Eliminerà dal palinsesto di Rai 4 l’amata serie tratta dai romanzi di Martin?

Speriamo vivamente di no, perchè ormai, tra web e tv a pagamento, la Rai, ha praticamente perso la fascia di pubblico che va dai 15 ai 35. Nessun programma è di rilievo per questo target e ci si meraviglia che non si arrivi ad una sorta di mediazione. Per esempio, si potrebbe andare incontro all’associazione rendendo più visibile l’avviso di un “programma non adatto ad un pubblico di minori”, si potrebbero tagliare alcune delle scene cosiddette “sensibili” senza alterare il pathos delle immagini naturalmente. E ancora, si potrebbe spostare di un’ora la messa in onda; il tutto per evitare di privare il grande pubblico di un prodotto davvero di qualità, a differenza delle fiction italiane o le usurate repliche della Casa nella Prateria, quelle sì considerate vere cammomille per vecchietti!

Non ci resta che aspettare domani sera, dunque, e vedere se le polemiche alla messa in onda avranno sortito il loro effetto oppure la Rai sarà stata molto più saggia da lasciare libera visione di un prodotto, seppur non in prima visione, di grande qualità, in rispetto ai quei tanti spettatori che non possono permettersi di pagare Sky. E restando sulle onde satellitari Sky, ricordiamo che il 10 maggio, su Sky 1, sarà trasmessa, in prima visione, la prima puntata della terza stagione, in onda alle ore 21 e in differita di un’ora su Sky 1 +.

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