Il Pd, nonostante tutti i soldi pubblici, potrebbe mettere in cassa integrazione i propri impiegati

Il titolo potrebbe sembrare una burla per attrarre il  maggior numero di visitatori possibili, ma invece corrisponde alla realtà. Il Partito Democratico ha un buco enorme di bilancio, e complice il probabile abbassamento/annullamento del finanziamento pubblico ai partiti, potrebbe essere obbligato, secondo il tesoriere del partito Antonio Misiani, a mettere in cassa integrazione i propri quasi 200 dipendenti.

Misiani ricorda la parte di finanziamento al quale l’anno scorso i partiti hanno rinunciato a favore dei terremotati dell’Emilia Romagna, per poi passare al dimezzamento dello stesso con una legge della scorsa estate. La contribuzione volontaria ed il 2 per mille secondo Misiani non copriranno l’ammontare di finanziamento pubblico che gradualmente sparirà in 3 anni, secondo l’idea di legge a cui si vuol dar vita. Si pensa allora ad una riorganizzazione, al taglio del personale ed all’utilizzo dei più classici ammortizzatori sociali, in attesa di poter pagare gli stipendi da qui a Dicembre con la rata di Luglio dei rimborsi elettorali.

Quello di cui però noi restiamo basiti è come possa un partito che ha incassato per decenni milioni di euro, a fronte di spese consuntivate molto ma molto inferiori, ora avere da subito un bilancio in passivo e, come al solito, “prendersela” con gli impiegati (l’anello più debole) invece che con una classe dirigente e degli apparati che si sono arricchiti negli anni con la politica. Dove sono finiti tutti quei milioni di euro di soldi nostri?

Semplicemente pazzesco!

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