Stop a Imu e aumento Iva, ma le tasse degli italiani aumentano lo stesso

Per gran parte del Governo Letta è stata una priorità: la sospensione dell’Imu e lo stop all’aumento dell’Iva sono i due provvedimenti sui quali l’esecutivo ha puntato in questi primi mesi di vita. Ora che sono arrivati a compimento, in attesa di capire tra qualche settimana cosa succederà, per gli italiani c’è davvero da brindare? Sembra proprio di no, almeno stando ad alcuni calcoli fatti da Repubblica sulle ‘poor tax’, le tasse più popolari, quelle che vanno a incidere sui beni di consumo.

Allora, a fronte dello stop alla rata di giugno dell’Imu e alla sospensione dell’Iva, il governo ha toccato verso l’alto diverse tasse: si va da quella sulle tanto chiacchierate sigarette elettroniche alle marche da bollo, che hanno fatto registrare aumenti da capogiro; e poi ancora l’Iva sulle macchinette presenti negli uffici e nelle scuole e l’accisa sui carburanti.

Andiamo nel dettaglio: chi ha deciso di abbandonare il tabacco per la sigaretta elettronica si vedrà costretto a pagare il 58,5% di imposta, mentre l’Iva sulle macchinette per merendine e caffè passa dal 4 al 10%. Ci sono poi gli aumenti dell’accisa sui carburanti che non sono ancora stati quantificati ma che dovranno portare nelle casse dello stato 75 milioni di euro. Infine, le marche da bollo: quelle da 1,81 passano a 2 euro, mentre quelle da 14,62 toccano quota 16 euro: così lo Stato avrà a disposizione circa duecento milioni l’anno in più.

In totale l’aumento delle ‘poor tax’ porterà un gettito di circa 550 milioni di euro utilizzati per il rinvio dell’aumento dell’Iva e la proroga degli ecobonus. Tutto ciò andrà a pesare sulle spalle dei cittadini normali, mentre per i più ricchi si è abolita la tassa sugli yacht (fino a 14 metri si pagava 800 euro ora più nulla) e si è varato il rinvio della Robin Tax: insomma, cambiano i governi e le maggioranze ma il vizio di fregare gli italiani non si perde. Solo che questa volta provano anche a farci credere che abbassano le tasse…

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