Domenico Quirico è libero, ma i rapitori hanno ancora padre Dall’Oglio

Per il giornalista de La Stampa, Domenico Quirico, oggi è il primo giorno in Italia dopo i mesi di prigionia in Siria. Ha incontrato Enrico Letta, Angelino Alfano Alfano e il ministro degli esteri, Emma Bonino, poi si è diretto in procura per essere ascoltato dai magistrati. A questi starà raccontando i suoi due tentativi di fuga e le torture che ha subito dopo essere stato catturato di nuovo.

«Per due giorni abbiamo attraversato la campagna prima di ricadere nelle mani dei rapitori e poi di farci punire molto seriamente per questo tentativo d’evasione. Banditi, più che islamici. Gente mezza pazza». Questo il racconto di Pierre Piccinin, prof. belga, atterrato ieri a Roma dopo aver trascorso gli ultimi cinque mesi con il giornalista italiano.

Il docente belga ha inoltre raccontato un particolare grazie a una conversazione tra i ribelli ascoltata dai due ostaggi. Da questa hanno intuito che non sarebbe stato il Governo di Assad ad usare il gas nella periferia di Damasco.

Appena atterrato, Quirico è tornato subito a fare il suo lavoro dando una lettura di quello che sta accadendo in Siria: «Ho cercato di raccontare la rivoluzione siriana e le sue sofferenze. Può essere che questa rivoluzione mi abbia in qualche misura tradito. E probabilmente non è più la stessa rivoluzione che avevo incontrato due anni fa: una rivoluzione laica, democratica. È diventata un’atra cosa. Molto pericolosa, molto complessa. Forse bisognava riflettere». Poi, un pensiero su ciò che ha provato: «È come se fossi vissuto cinque mesi su Marte e ho scoperto che i marziani sono molto malvagi». Per ben due volte, Quirico, ha subito una falsa esecuzione con una pistola puntata alla tempia.

Il ministro Bonino ammette che è stato un sequestro difficilissimo da gestire, finito bene solo grazie alla totale riservatezza dell’operazione. La Farnesina ha annunciato la liberazione solo quando l’aereo che lo stava riportando a casa era già in volo. Non si sa da dove sia partito, né se sia stato pagato un riscatto. «Ci sono stati momenti in cui i contatti con i rapitori si sono interrotti», ammette il ministro.

Adesso l’incubo per loro due è finito. Ma nelle mani dei rapitori resta ancora padre Dall’Oglio.

Update: “È folle dire che io sappia che non è stato Assad a usare i gas”, lo ha detto Quirico a La Stampa, precisando le dichiarazioni rilasciate dal compagno di prigionia.

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