Secolo XXI: donne sempre più femminili, e gli uomini?

Il difficile periodo storico che stiamo attraversando ha messo in crisi la società non solo dal punto di vista economico, ma anche dei valori e delle certezze. Se nei secoli passati, la figura femminile è stata il centro di molteplici dibattiti, negli ultimi anni è in atto una vera e propria crisi della figura maschile. Basta accendere la televisione, sfogliare riviste e giornali o farsi una passeggiata nel centro di Roma: ovunque gambe, petto e braccia depilate, sopracciglia perfettamente definite, capelli che sfidano la forza di gravità e pelli morbide e idratate. Per non parlare delle molteplici occhiate nelle vetrine dei negozi (un’aggiustata non fa mai male), capaci di sfidare il record sostenuto fino ad ora dalle ‘rivali’ del sesso opposto.

Che sia una semplice evoluzione del mondo maschile o tendenza all’eccessiva cura del corpo, si è pur sempre vittime di una società in cui è più importante l’apparire dell’essere. Spesso però, non si tratta solo di riservare particolare attenzione all’abbigliamento e curare il proprio fisico, ma di rivelare una vera e propria perdita della virilità e un’attitudine effeminata. Il campo della moda è l’ambito ideale in cui si manifesta questo fenomeno, essendo essa specchio della società e strumento di grande influenza. Pur essendo le sfilate luogo in cui gli stilisti danno libero sfogo alla propria creatività e in cui è in atto una gara perenne alla ricerca di idee sempre più innovative, bizzarre e avanguardiste, un occhio più attento si renderà conto di un lieve e sempre più evidente cambiamento nella moda maschile.

Essendo la moda espressione della società, che racchiude in sé cambiamenti, evoluzioni e rivoluzioni, essa trae indubbiamente i suoi spunti dalla realtà. La visione spesso apparentemente folle e stravagante degli stilisti è pura interpretazione del mondo e delle sue trasformazioni. L’uomo sul catwalk diventa così capace di esprimere se stesso e la propria sessualità senza doversi attenere ai canoni ordinari; non ha più timore di nascondersi e si rivela per quello che è. Egli non ha più un animo virile, quasi animalesco, ma si mostra come uomo sensibile, dai tratti fini, quasi femminili.

 

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Le ultime sfilate e photoshoots mostrano chiari esempi di modelli lontani dalla virilità a cui si è abituati. Sfogliando le pagine di Vogue Hommes, accanto ai ‘Tronchi di pino’ (citando la Littizzetto) come James Franco, Jarrod Scott o David Gandy, si inseriscono i ‘Ramoscelli di pino’ , con sguardi insicuri, fisici a volte troppo minuti, avvolti in grandi griffes. Uomini in gonnella per Givenchy, con il rossetto rosso e acconciatura anni ’30 per la Westwood e Yves Saint Laurent, per non parlare dei modelli con i tacchi durante la New York Fashion Week.

 

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D’altra parte Donatella Versace in primis e Giorgio Armani, nelle loro ultime collezioni, hanno cercato di dare una connotazione virile e matura. Per la casa Versace, l’uomo è colui che indossando gli abiti deve guadagnarsi la virilità, mentre per Armani essa viene associata alla gentilezza, in un manifesto che invita a dare più valore alla testa e meno al corpo.

 

Come finirà questo conflitto tra virilità ed effeminatezza? Staremo a vedere. Intanto la parola alle donne: chi vorrebbe un uomo che si specchia, si trucca o le ruba i cosmetici? Oppure ritrovare il capo, in ufficio con il rossetto rosso e tacchi da 10 cm? Per quanto un viso angelico, dai tratti fini e delicati possa colpire, in quanto apparente simbolo di sensibilità, un uomo sicuro di sé, più rude e perché no trasandato colpisce di più. A dirla tutta, non vorrei mai condividere i miei trucchi con il mio fidanzato.

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