Se qualche anno fa mi avessero detto che un giorno l’amore sarebbe diventato il mio pane quotidiano, avrei pensato “ma che sciocchezza!”, lasciandomi scappare una risatina isterica.
Il destino però è stato ironico e, nonostante il cinismo e lo humor noir, mi sono trasformata in un’autrice che tinge il suo lavoro di un colore sempre alla moda: il rosa.
Chi pensa che i sentimenti siano argomenti da donnicciole dalla lacrima facile ignora che l’amore è una continua fonte di ispirazione per scrittori, fotografi, cantanti, registi e attori. Gran parte della produzione artistica è incentrata sul racconto (o sulla ricerca) dell’attrazione, dell’affetto e della passione, con toni rassicuranti o crudeli e con risvolti spesso imprevedibili.
L’idea di questa rubrica nasce dal desiderio di descrivere, investigare e discutere tutte le novità dedicate al sentimento, attraverso commenti e recensioni di libri, film, mostre, spettacoli teatrali e tanto altro.
Perché se l’amore move il sole e l’altre stelle, figuriamoci cosa riesce a fare con l’industria culturale!
Ad aprire le danze, il fortunato romanzo di Luca Bianchini, Io che amo solo te , onnipresente sotto gli ombrelloni appena chiusi degli italiani, con la sua bella copertina bianca con i peperoncini rossi che ci ha fatto – finalmente – dimenticare il grigio e tutte le sue sfumature dell’estate 2012.
Luca è al suo quinto romanzo, conduce un programma molto amato su Radio Due, collabora con quotidiani e riviste e cura un seguitissimo blog.
Il libro racconta di una festa di matrimonio, di quelle belle del sud, con 287 invitati, un rinfresco infinito che sembra quasi un sequestro di persona e una macchina organizzativa degna di nozze reali, con pochi particolari eleganti e tanto kitsch.
Il giorno prima della cerimonia, nella bellissima Polignano a Mare arriva il maestrale, l’ospite meno atteso “senza preavviso e senza regalo”, e mescola e scompiglia vita e destini dei protagonisti.
La sensazione che abbiamo, già dalle prime righe, è di essere coinvolti indirettamente nei preparativi del grande evento, come un vicino di casa che sbircia dalla finestra, che osserva e valuta tutto, con curiosità e spirito pettegolo.
Ninnella, la madre della sposa, ci trascina nel dedalo di stradine arroccate sul mare, mentre si dirige risoluta dal parrucchiere per i tanto desiderati colpi di sole. È una donna di cinquant’anni, vedova e bella, invidiata in paese per la sua avvenenza che non sembra scalfita dal tempo, riservata, schiva e preoccupata, come tutti in paese, del giudizio degli altri.
Il grande amore della sua vita è stato don Mimì, “il re delle patate”, uomo ricco e rispettato, che non ha potuto sposare per l’opposizione della famiglia di lui, a causa delle solite questioni di onore e apparenza che rendono il Sud Italia interessante e complesso.
La vita però le ha concesso un inaspettato riscatto, perché sua figlia Chiara sta per sposare Damiano, erede dell’impero della patata e figlio del suo antico amore.
Anche se i due giovani sposini sono i protagonisti dell’imminente festa, gli occhi (e i pettegolezzi) di tutti sono puntati sui due futuri consuoceri, la cui passione sembra ancora potente come il vento che rischia di rovinare la giornata.
E a controllare che tutto fili liscio, la severa First Lady, futura suocera di Chiara e sospettosa moglie di don Mimì, in eterna lotta con la bella rivale.
Alle loro storie si intrecciano le vite degli altri: la diciassettenne sorella della sposa, desiderosa di sfondare nello spettacolo e di liberarsi della sua ingombrante verginità; un fratello gay con una finta fidanzata che metta a tacere le malelingue; una zia trasferitasi al nord che cerca l’emancipazione dai meridionali; fotografo, truccatore, amici e parenti vestiti a festa e con la busta regalo pronta.
Tutto sembra organizzato alla perfezione, eppure basta pochissimo perché la situazione precipiti…
Io che amo solo te, titolo rubato a un verso di una canzone di Sergio Endrigo, è un libro bello.
Parla di amori pazienti, amplificati e non spenti dalla distanza e dal tempo, parla delle seconde occasioni che tutti meriteremmo almeno una volta nella vita, di dubbi, certezze e delusioni.
Una storia romantica, raccontata da una penna maschile (forse per questo più commovente), da leggere in fretta e da digerire con calma, come un sontuoso pranzo di matrimonio.