Verso il Congresso Pd: chi è Pippo Civati

È stato uno dei primi a candidarsi per diventare segretario. Infatti aveva già annunciato che al congresso avrebbe fatto battaglia, quando ancora il governissimo era lontano dall’essere creato.
Ufficialmente è sceso in campo a Reggio Emilia, quando, a inizio luglio, ha organizzato il Ciwaticamp: tre giorni di discussione e incontri sul PD che vorrebbe.
Ora è impegnato a girare da nord a sud nelle feste di partito, conscio che la sua debolezza (e anche la sua forza) è quella di non avere il sostegno dei big. Infatti lui è quello controcorrente, contro il governissimo, contro la linea del Pd negli ultimi mesi, che non si tira indietro dalla critica ai compagni di partito (che spesso inserisce in slogan divertenti, come la sera leoni, e la mattina Fioroni).

Giuseppe Civati è un neoparlamentare, uno dei tanti scelti dalle primarie tra Natale e Capodanno, da ben 4000 elettori. Brianzolo, 38enne, fidanzato con un’iscritta a Sel, rappresenta la parte più a sinistra del partito. Non a caso è sostenuto soprattutto da persone che a novembre votarono Bersani (o Vendola), e non hanno condiviso la deriva del PD dal dopo elezioni ad ora.

Ha buoni rapporti anche con la base di Sel (i vertici si stanno spostando invece su Renzi) e con la Fiom, che ha sostenuto anche in passato partecipando alle manifestazioni.
Senza dimenticare i collegamenti con Barca, che si stanno facendo sempre più intensi, e sono in molti quelli a scommettere che lo stesso Barca lo aiuterà al congresso.

A livello di correnti, sta ottenendo anche il supporto da alcuni prodiani, tipo la deputata Sandra Zampa, o da alcuni neopalermentari tipo Corradino Mineo, ma sono ancora piccoli sostegni solitari. Lui scherza dicendo che “mi importa avere le persone davanti, non dietro” eppure quei mancati sostegni andranno sicuramente ad influire nel risultato della sfida.
Uno dei mancati sostegni più evidenti è quello di Ignazio Marino, neosindaco di Roma, che aveva avuto il supporto di Civati nella battaglia congressuale del 2009, e che ora probabilmente sosterrà Matteo Renzi.

Sulla rete Civati gestisce uno dei blog di politica più letti in Italia, anche se lo stile col quale scrive i post e le sue prese di posizione degli ultimi mesi hanno provocato molte ironie sul suo conto: il giornalista Scanzi lo ha soprannominato “pippo tententenna”, e sul web impazzano i “generatori automatici di post di Civati” o “il generatore automatico di slogan per Civati” (che prende in giro il famoso “le cose si cambiano, cambiandole”).

Ma lui non cede. E anche se in parecchi (tipo la giornalista del Corriere “Maria Teresa Meli”) azzardano una sua “non candidatura”, lui rilancia con l’hashtag #nonmiritiro. E anche se molti grillini non lo sopportano più (è infatti uno che tiene i rapporti più stretti con i dissidenti del Movimento5stelle), lui rilancia proponendo che “un governo diverso si può ancora fare, proprio col sostegno del movimento 5 stelle”. E’ disposto sempre all’incontro-scontro (tanto che ha partecipato anche alla festa della Lega Nord a Forlì, dibattendo con Tosi), e ha un punto a suo favore: buca lo schermo. Certo, non come Renzi (che a livello di comunicazione resta il migliore) ma le sue comparsate in televisione sono piacevoli e ben ascoltabili.

In molti vedono come il suo più grande difetto quello di lamentarsi sempre, ma lui afferma che “rimane semplicemente coerente” con quello che il PD diceva a Febbraio. Chissà quando gioverà a lui questo metodo, e se soprattutto verrà accettato dai militanti più anziani (che costituiscono ancora la base più forte del partito) che provengono dal PCI, da una scuola dove “i dissidenti” non erano molto ben accetti.
Chissà se si accontenterà del semplice ruolo di outsider. A giudicare dai suoi giri tra le feste, e dai continui incontri, sembrerebbe proprio di no.

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