Export, il successo delle imprese italiane

La crisi economica mette in ginocchio le imprese italiane che sono costrette a licenziare i propri dipendenti e a ridurre la produzione industriale. Nonostante ciò, molte aziende riescono ad essere competitive rispetto alle concorrenti straniere grazie all’export. Secondo L’Istat l’incremento delle esportazioni, rispetto al trimestre precedente, è dello 0,4% mentre le importazioni si riducono del 2,1%. A Giugno 2013 il saldo di bilancia commerciale è di 3,6 miliardi di euro, quasi il triplo in più rispetto Giugno 2012. Le conseguenze per i conti pubblici italiani sono la diminuzione dei debiti verso gli stati esteri e l’incremento del Pil, essendone una sua componente.

Chi esporta di più?

Le imprese che esportano di più sono le piccole e le medie imprese. In Italia le aziende esportatrici sono circa 187.000 e costituiscono il 54% delle esportazioni totali, dimostrando di sapere competere con i mercati internazionali grazie ai prodotti Made In Italy che non conoscono crisi, contribuendo a migliorare sia il bilancio statale che l’immagine dell’Italia a livello mondiale. Questo sembra l’unico modo per le imprese italiane per uscire dalla crisi dal momento in cui l’economia italiana è bloccata per gli oneri fiscali a carico delle aziende nostrane.

Quali sono le ragioni del successo dell’export italiano?

Le ragioni del successo dell’export italiano le ritroviamo nella loro mentalità; qualche anno fa si pensava che i prodotti italiani fossero realizzati con mezzi arretrati e che i paesi esteri snobbassero il Made in Italy. Tutto ciò non si è verificato perchè sono stati fatti investimenti importanti che migliorassero la qualità dei prodotti, ma non la loro essenza. Prodotti tradizionali, ma ben fatti.

Italia seconda solo alla Germania

In un simile contesto economico dove i consumi sono bloccati e i tassi di crescita sono prossimi allo zero, se non negativi, guardare verso nuovi mercati può essere l’unica soluzione per tornare finalmente a crescere, anche per le piccole e medie imprese. Come risulta dal Trade performance index del Wto Unctad, che analizza i primi 10 posti delle classifiche mondiali di competitività del commercio estero di 14 settori, l’Italia è seconda solo alla Germania per competitività nel commercio estero.

Il primato della moda spetta all’Italia

L’Italia occupa il primo posto nel mondo in tre settori: tessile, abbigliamento, pelli-calzature; è seconda, dopo la Germania, in altri 3 settori: meccanica non elettronica, manufatti di base e altri prodotti manufatti. Inoltre particolarmente significative sono le performance dell’export nel settore della meccanica; le macchine e i mezzi di trasporto sono il suo punto di forza. Ciò è possibile grazie al ingente sostegno delle industrie metallurgiche.

Per sostenere le esportazioni, servono politiche di stimolo della domanda di beni

Per aumentare la domanda di beni il Governo solitamente aumenta la spesa pubblica, cosa che in questo momento storico non è possibile a causa del debito. Allora come fare per incentivare le esportazioni? Destinare maggiori risorse alle piccole e medie imprese può essere una soluzione efficace. Questo tipo di politica economica è stata già adottata dalla Germania che ha resistito alla recessione meglio di tutti e ha visto crescere il suo export.

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