Botticelli, ambasciatore dell’arte italiana in Israele

“L’Annunciazione di San Martino alla Scala”, una delle opere più belle, emblematiche e, purtroppo, tra le più rovinate del grande Maestro del primo Rinascimento, Sandro Botticelli, è giunta in Israele, dagli Uffizi di Firenze dove è abitualmente conservata, ed esposta in una sala a sé dedicata all’interno del Museo Israel di Gerusalemme.

James Snyder, direttore del Museo Israel, ha parole d’orgoglio per questo ambizioso progetto: “Per noi la possibilità di ricevere ed esporre per diversi mesi un capolavoro del primo Rinascimento è un qualcosa di straordinario.

In Israele l’attesa per questo evento è stato a dir poco febbrile. Lo attestano le prime pagine dei giornali che, per qualche giorno, hanno messo da parte le notizie della crisi regionale. L’Annunciazione è giunta in Israele dall’Italia a bordo di un cargo, imballata in due casse e ben protetta da una scorta armata. Resterà all’interno del Museo Israel per quattro mesi, e già si scommette sul boom di visite che riceverà.

Non è un caso se la sala che accoglie l’Annunciazione sia stata posta accanto a quella dedicata ad Erode, sala che, a detta degli organizzatori del museo, ha già accolto ben 315mila visitatori. Come spiega il direttore del museo, James Snyder, Erode fu sempre molto interessato a coltivare dei buoni rapporti con l’Impero Romano e, proprio la scena descritta da Botticelli nell’Annunciazione si svolge nella stessa era e nello stessa zona geografica in cui visse Erode, quindi come una sorta di continuum storico artistico.

Difatti, osservando bene l’affresco si può notare che alle spalle dell’Arcangelo Gabriele si erge il monte Tabor, situato in Galilea, zona conosciuta dai maggiori frequentatore del museo e luogo di forte impatto emotivo e religioso per tutti i cristiani.

La curatrice del museo Shlomit Steinberg svela alcune curiosità sull’affresco ed il suo artista, informandoci che originariamente, seguendo il volere del Botticelli, il quadro venne esposto a ben tre metri d’altezza, questo perché il Botticelli desiderava che la sua opera fosse osservata dal basso verso l’alto. Purtroppo questo nel Museo Israel non è stato possibile a causa di problemi di spazio, infatti si trova ad altezza uomo, ma chi volesse osservarla secondo le direttive originarie dell’artista, può scendere di alcuni gradini ed apprezzarlo al meglio.

L’arrivo dell’Annunciazione botticelliana in Israele fa parte di un progetto più grande ideato e messo in pratica dalla Fondazione Italia-Israele per la Cultura e le Arti, fortemente voluta dall’ambasciatore italiano in Israele, Francesco Maria Talò, e dal direttore generale della Fondazione Simonetta della Seta.

L’organizzazione dell’evento ha richiesto diversi mesi di preparazione. L’inaugurazione è avvenuta lo scorso 17 settembre, non un giorno a caso, infatti si trova all’interno della settimana dedicata alla festa ebraica dei Tabernacoli, settimana in cui scuole e uffici sono chiusi, consentendo alle famiglie di sfruttare il maggior tempo libero per visitare il museo.

L’Ambasciatore Talò dichiara: “Quando portiamo qua un capolavoro come questo portiamo il meglio dell’Italia. C’è una responsabilità che l’Italia sente forte nei confronti dell’umanità per un patrimonio culturale che è detenuto da noi ma che è percepito come comune a tutta la umanità. Le attività della Fondazione sono state dunque concepite come l’avvio di un dialogo con scadenze regolari.”

Dalle parole entusiaste dell’Ambasciatore Talò è possibile comprendere che la grande opera di Botticelli difficilmente sarà l’unico capolavoro dell’arte italiana a giungere in Israele, ma ne seguiranno molti altri, almeno si auspica. Intanto, da parte sua, il direttore del museo Israel James Snyder conferma le ottime relazioni intercorse tra lui ed il Museo degli Uffizi di Firenze, tanto da affermare che “esiste la volontà di portare avanti la collaborazione“.

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