Grecia: la crisi colpisce le università nell’indifferenza più totale

Gli effetti della crisi economica in Grecia si fanno sempre più evidenti. A lanciare il segnale di allarme è il responsabile della Federazione ellenica dei professori universitari (POSDEP), Stathis Efstathopoulos, che in una lettera rivolta al premier Samaras chiede un incontro imminente per discutere sulla situazione delle università greche. Ma ormai la condizione delle università è troppo complicata per tornare indietro, e, se ci saranno, gli interventi del governo saranno finalizzati solo a salvare il (poco) salvabile. Le università che più saranno colpite sono quelle di Atene (EKPA), il Politecnico di Atene (EMP), l’Università di Economia e Commercio di Atene (ASOEE), l’Università Aristotele di Salonicco (APTH), di Creta, di Tessaglia, di Ioannina e di Patrasso. Università con una tradizione centenaria (l’università di Atene è stata fondata nel 1835 ed è la più antica dei balcani) che ora non potranno più istruire i giovani, in un momento che le più grande intelligenze servirebbero enormemente per risollevare il martoriato paese.

Se le previsioni sul PIL greco dovessero essere confermate, quest’anno dovrebbe contrarsi del 4,2%. Quindi dal 2007 ad ora la Grecia ha perso il 25% di PIL. E a questo si aggiunge il fatto che il debito pubblico greco è arrivato al 160% del PIL, quindi a un valore di 305 miliardi.
È evidente che la Grecia non può salvarsi da sola, e che i provvedimenti di austerity stanno portando solo ad un aumento del disagio sociale.

Sui giornali si fanno sempre più insistenti le voci di un possibile colpo di stato da parte di Alba Dorata, la formazione neonazista greca. Una storia che si ripete: dopo la crisi del 29, infatti incrementarono i consensi le forze nazi-fasciste che poi avrebbero portato al finale che tutti noi conosciamo.

Smantellare l’università, la cultura di un popolo, l’istruzione, è un colpo enorme per la dignità di un paese. Una vera umiliazione. La storia, le tradizioni, la cultura, servono per elevare un popolo, e, in questo caso, stiamo parlando di una delle civiltà più antiche e gloriose del mondo.
La chiusura delle università risulta essere il continuo di una lunga agonia che la cultura ellenica sta passando. Qualche mese fa, la tv di stato è stata costretta a chiudere anche l’orchestra nazionale, che ha dato l’addio con un concerto seguitissimo che ha commosso mezzo mondo.

Tocca ora al resto d’Europa decidere se intende rimanere ancora indifferente, in preda ai nazionalismi (che stanno sempre più prendendo consensi nel vecchio continente), o aiutare un popolo, quello greco, che non si merita certamente questa fine.

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