Aumenta il consumo di integratori in Italia, ma attenzione: troppi fanno male

Recitavano nel 1954 in Miseria e nobiltà Totò e Enzo Turco, nei panni di Pasquale e Felice Sciosciammocca, “In questa casa si mangia pane e veleno!“, “Solo veleno, Pasqua’, solo veleno.” per sottolineare che nella loro povera dimora, di cibo ne passava ben poco. E ci avevano visto lungo. Anche se non si tratta esattamente di veleno, ma di integratori alimentari.

Gli italiani, infatti, contrariamente al luogo comune che li denota come buongustai e amanti appassionati della cucina e della buona tavola, preferiscono sempre più alimentarsi con cibo-medicina anziché nutrirsi del classico piatto gustoso e aromatico. Questo almeno, è quanto risulta da uno studio di FederSalus, Associazione Nazionale Aziende Prodotti Salutistici, che evidenzia come l’Italia sia il primo stato in Europa per la vendita e il consumo di integratori e vitamine. Il 75% dei nostri connazionali farebbe uso di questi supplenti farmaceutici per integrare la propria alimentazione.

Consumo in crescita e che non si arresta nemmeno con l’attuale crisi economica, considerato che nel 2012 il mercato degli integratori ha visto una crescita del 1,5% rispetto all’anno precedente. Ma davvero fermenti lattici, multivitaminici e similiari fanno bene alla nostra salute? Non è un caso se i medici consiglino comunemente di fare regolare attività fisica, non fumare e moderare l’uso di bevande alcoliche, ma non raccomandino di assumere integratori tutti i giorni.

In realtà tutte le vitamine e i sali minerali di cui ha bisogno il nostro corpo sono perfettamente assimilabili seguendo una sana e quanto più varia alimentazione naturale. Dagli studi del The Nutrition Source, in collaborazione con l’università di Havard, si è giunti alla conclusione che le vitamine sono utili a coloro che non riescono ad introdurne a sufficienza tramite il cibo, ma che l’eccesso può causare malattie e alterazioni del DNA. Troppo ferro danneggia le le arterie e diversi organi, e troppo zinco aumenta il rischio di sviluppare cancro alla prostata. Addirittura lo sterminio dei radicali liberi non sarebbe lo scopo da perseguire, poiché i radicali combattono batteri e cellule cancerogene e la loro assenza rende maggiormente vulnerabile il sistema immunitario.

Tutto ciò sarà argomento di discussione fino al 26 settembre a Fieramilanocity, presso il Nuce International, salone internazionale per l’industria nutraceutica, il Food-ing International, esposizione e conferenza sugli alimenti e le bevande più richieste dal mercato, e il Chem-Med, The Mediterranean Chemical Event, manifestazione dedicata agli strumenti per l’industria chimica.

[Fonte: Ansa]

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