Gli USA e lo shutdown: il mancato accordo delle Camere che irrita Obama

Una parola dalle molte conseguenze quella che arriva dall’America: “shutdown” che tradotta sta per “spegnimento” e quando a spegnersi è una parte del governo federale americano, non si può certo rimanere indifferenti. A mezzanotte, ora di Washington, è scattato insieme al nuovo giorno, una nuova situazione: il governo americano ha interrotto tutte le operazioni non essenziali. L’amarezza di Obama è ben visibile nel comunicato rilasciato poche ore fa: Camera e Senato non hanno raggiunto un accordo per quanto riguarda una legge finanziaria che regoli il budget del governo.

La Camera appartiene alla maggioranza repubblicana che più volte ha presentato proposte, mai accettate dal Senato a maggioranza democratica. Il problema però, e l’amarezza di Obama nasce proprio da qui, è che a pagare le conseguenze di questi mancati accordi politici, sono ottocentomila dipendenti statali il che significa ripercussioni sulle loro famiglie per un numero importante della popolazione americana. Ovviamente nessuna ripercussione sulla sicurezza nazionale, visto che i militari continueranno le loro operazioni, così come non ci saranno interruzioni sul pagamento delle pensioni, dei buoni alimentari o degli assegni di disoccupazione.

Nel 1997, durante la presidenza di Clinton, era successo qualcosa di simile e la sospensione delle attività era avvenuta in due periodi di tempo: il primo dal 14 al 19 novembre e dal 16 dicembre al 6 gennaio dell’anno successivo. Forse sono questi i numeri che non fanno preoccupare le migliaia di dipendenti statali che oggi, anziché protestare come alcuni colleghi nei pressi della Statua della Libertà, sono andati nei loro uffici a sistemare le ultime cose prima di chiudere i battenti. Tutto ciò sembra ricordare la compostezza dei dipendenti di Lehman Brother’s di qualche anno fa.

Analizzando la situazione da un altro punto di vista, le conseguenze appaiono più preoccupanti: l’incertezza la fa da padrone visto che non si sa per quanto tempo questa situazione potrebbe prolungarsi il che significa niente stipendio. I dipendenti pubblici, quindi parliamo non solo di impiegati negli uffici ma anche di rangers nei parchi nazionali, addetti dei musei, vengono pagati ogni due settimane e la paga è stata ulteriormente ridotta: pochi risparmi e la fine del mese con tutte le sue spese, mutuo compreso, all’orizzonte.

Per ora però l’attenzione dei media sembra più concentrata sulla riforma sanitaria “Obamacare”, che su quella finanziaria, che potrebbe provocare gravi ripercussioni non solo sull’economia americana (lo switch off del 1997 costò circa due miliardi di dollari), che dimostrava segnali di ripresa, ma anche su quella mondiale.

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