Sì alla decadenza di Berlusconi. Così si è espressa la giunta

E venne il giorno. La giunta per le elezioni del Senato si è espressa, dopo 5 ore di camera di consiglio, per la decadenza di Silvio Berlusconi dalla carica di senatore in applicazione della tanto discussa legge Severino. Ne ha dato comunicazione il presidente Stefano intorno alle 16:30 in una laconica conferenza stampa.

Ora la parola passa all’Aula di Palazzo Madama, chiamata a ratificare, entro venti giorni, la decisione della giunta. Tutto nella norma, previsioni ed intenzioni di voto rispettate: Pdl contrario, Pd, Scelta civica, Sel e M5S favorevoli. E proprio un membro pentastellato, l’ex portavoce per il Senato, Vito Crimi, prima di entrare in camera di consiglio su facebook ha postato un messaggio offensivo nei confronti del leader di Arcore, nei confronti del quale gli inviti a non mollare potranno riferirsi solo a funzioni corporali e non più politiche. Veementi le reazioni dei fedelissimi di Berlusconi, che hanno invitato il presidente del Senato, Grasso, a bloccare i lavori della giunta.

Da parte sua, la seconda carica dello Stato ha ricordato che qualsiasi intervento interferente con i lavori della medesima sarebbe da considerarsi illegittimo, ma ha assicurato azioni disciplinari nei confronti di Crimi, per altro accusato di essere diversamente berlusconiano da alcuni suoi compagni del movimento.

A movimentare, infine, il post voto alcune illazioni in base alle quali alcuni membri, schierati con Alfano, avrebbero impallinato il loro ex leader, ex premier e molto probabilmente ex senatore. Tramite il suo legale, Ghedini, Berlusconi ha fatto sapere che a ripristinare la giustizia in Italia ci penserà la corte di Strasburgo. E potrebbe a quel punto arrivare anche il giorno che Berlusconi dirà grazie a dei giudici.

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