Madrid: le due facce del calcio nella capitale spagnola

La rivalità tra Atletico e Real in una metropoli come Madrid non è solamente una questione calcistica, è molto di più. Appartenere ad una o all’altra squadra ha marcato storicamente una netta distinzione sociale e identitaria: da una parte il club più blasonato e ricco del pianeta, tradizionalmente punto di riferimento dei quartieri alti e borghesi della capitale; dall’altra quello delle classi proletarie, figlie di generazioni di immigrati sudamericani, tutto sangre e passione. Da una parte il Santiago Bernabeu e la sua maestosità tra i grattaceli sedi di banche e multinazionali, dall’altra il Vicente Calderon e i quartieri popolari sulla sponda sinistra del Manzanares.

Nel corso della storia stare da una parte o dall’altra nella città della movida, ha significato approcciarsi alla competizione sportiva in maniera totalmente opposta. Perché se il club della casa Reale è sinonimo di vittorie e trofei, “ser del Atleti” ha spesso avuto un retrogusto di delusione, di sconforto. Ma la storia, come sappiamo, può regalare spesso delle parentesi, seppur circoscritte, che vanno controcorrente alla logicità e all’inerzia dei fatti.

9 maggio 2012: i biancorossi alzano sotto il cielo di Bucarest la loro seconda Europa League a pochi giorni dalla vittoria della Liga del Real.
17 maggio 2013: la squadra di Simeone vince in finale 2-1 al Bernabeu il derby col Real e conquista la Coppa del Re, invadendo la città con i propri colori.
28 settembre 2013: i colchoneros grazie ad un gol di Diego Costa espugnano lo stadio intitolato allo storico presidente dei blancos e si lanciano in testa alla classifica, distanziando i rivali concittadini di cinque lunghezze.

Tre date che hanno segnato la storia recente del calcio nella capitale spagnola. Tre date che hanno trasformato le paure e le insicurezze dei tifosi blancorojos in rivincite e certezze.

E questo è il clima che si respira tra le strade della città che ha dato i natali a Cervantes, dopo otto giornate di campionato: un distacco rimasto invariato a cinque lunghezze; un squadra, quella allenata da Simeone che sembra non conoscere altro risultato se non la vittoria; un giocatore, Diego Costa che pare aver oscurato (o almeno insidiato) per qualche mese Cristiano Ronaldo e i suoi record.

Miliones 0 – Futbol 1: intitolava la stampa iberica il giorno dopo il derby. Si, perché se il Real durante l’estate ha messo a segno l’acquisto più costoso della storia con i cento milioni di euro per Gareth Bale, l’Atletico ha dovuto vendere per far cassa il suo giocatore simbolo degli ultimi anni, Radamel Falcao.

Siamo solo all’inizio di ottobre, chiaramente; è presto per avventurarsi in previsioni e sentenze; è complicato dire per quanto tempo possa continuare il momento d’oro dell’Atletico e quanto tempo ci vorrà ancora perché il Real ritrovi se stesso e inizi a macinare calcio con regolarità. Ma una cosa ormai è certa: Madrid da qualche mese splende anche di luce blancoroja.

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