I numeri dello shutdown americano dopo la prima settimana

“Ci scusiamo, ma a causa dello stop ai fondi federali, non siamo in grado di rispondere alla vostra telefonata”.
A rispondere è la segreteria telefonica del centralino della Casa Bianca. Appena archiviata la prima settimana di shutdown, se ne apre una nuova. Il New York Times ha proposto due giorni fa, un’interessante riflessione sui numeri che determinano la gravità della situazione in corso.
Il primo calcolo riguarda i dollari risparmiati qualora i dipendenti pubblici non venissero pagati per una settimana: la cifra ammonterebbe a due bilioni. Il secondo riguarda invece il numero degli impiegati federali che stanno lavorando senza stipendio: sono un milione e trecentomila persone.

Tutte le attività militari obbligatorie sono finanziate, quindi i militari (che non rientrano nella categoria dei “superflui”) possono tirare un sospiro di sollievo ma tre milioni e seicento mila dollari destinati ai veterani, rischiano di essere congelati. Si legge nel testo del video: “L’ingorgo è dipeso dal desiderio dei Repubblicani, di non finanziare o rimandare l’Affordable Care Act”, da qui le parole di Obama che non intende negoziare con chi usa la riforma sanitaria come riscatto o merce di scambio. Segue un numero scandaloso: la Camera ha già votato per la revoca, quarantadue volte. Diciassette voti repubblicani sono necessari per un temporaneo, onesto, sovvenzionamento della proposta di legge con i Democratici. Almeno venti i rappresentanti Repubblicani alla Camera, hanno dichiarato di voler far passare la legge per cessare lo shutdown ma, il video fa presente che John Boehner (speaker presedente della Camera dei Rappresentanti, membro del partito Repubblicano) non ha consentito ciò.

Nel video appaiono anche immagini che dimostrano come il problema non sia solo politico. Per esempio, la web-cam del Grande Panda, è spenta, così come il “Fido” Curiosity Mars Rover, non twitta più da Marte. E nel frattempo anche alla Casa Bianca sono costretti a tirare la cinghia, si fa per dire. I consulenti, assistenti, analisti, maggiordomi, cuochi e paesaggisti che lavorano solitamente nella casa più famosa del mondo, si stima che da millesettecento ora siano meno di quattrocentocinquanta attualmente in servizio. Dei novanta dipendenti che ogni mattina si alzano per recarsi alla Casa Bianca, ne sono rimasti soltanto quindici. E così succede che all’ufficio stampa, i consulenti di alto livello si trovino a fare il lavoro di chi non c’è quindi a pianificare riunioni e probabilmente anche ad assicurarsi che la macchina del caffè sia accesa. Un altro fatto molto inusuale che sta avvenendo, riguarda la pianificazione delle giornate di Obama: solitamente l’ufficio che si occupa della programmazione di viaggi e spostamenti, informa con largo anticipo, ogni settimana del presidente, ma ora ridotto a poche unità, annuncia giorno per giorno le attività di Obama.

Succede quindi che Obama rinunci al golf, appuntamento immancabile del fine settimana, e che rimandi le uscite superflue come quella per l’anniversario di matrimonio con Michelle.
Il presidente sembra determinato a non cedere alle richieste di chi non vuole accettare la linea politica delle ultime riforme, in primis quella sanitaria, ma è bene ricordare la “sentenza” per l’intervento in Siria.
La prima settimana è stata archiviata, ma questa potrebbe risultare più difficile da sopportare e gestire. In America i dipendenti statali vengono pagati ogni due settimane: indovinate che settimana è questa?

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