Cosa aspettarsi dalla nomina di Janet Yellen a presidente Fed

Con il mandato di Ben Bernanke in scadenza, storico presidente della Federal Reserve, Barack Obama ha già nominato ufficialmente Janet Yellen come prossimo presidente, e si tratta della prima donna nella storia degli Stati Uniti a ricoprire questa carica.
L’altro candidato in lizza fino all’ultimo momento è stato Lawrence Summers, ex segretario al Tesoro, scartato in fase finale per le troppe frizioni politiche che si erano create intorno al suo nome.

La Yellen ricopriva precedentemente il ruolo di vice di Bernanke e vanta una carriera nella Fed che ha origini nel 1970, ricoprendo negli anni, tra i tanti incarichi, quello di presidente del consiglio degli advisor economici dell’ex presidente Bill Clinton.
Di stampo democratico, la Yellen, gode della stima di quasi tutti i politici e gli economisti, inclusi i broker finanziari.

Pur essendo ancora molto presto per tracciare le linee programmatiche del suo futuro operato, alcune sue dichiarazioni lasciano trapelare già molte delle sue intenzioni.
La Yellen lavorerà sicuramente duro per favorire l’aumento dell’occupazione, anche a scapito dell’inflazione se necessario, come traspare da queste sue affermazioni: “I lavoratori e le loro famiglie stanno pagando un costo elevato per la deludente lentezza di questa ripresa. C’è il rischio di infliggere danni duraturi al mercato del lavoro e alla capacità produttiva dell’economia”.

Le aspettative sono tutte in favore di unoperato in continuità con quello del suo predecessore, che comunque resterà in carica fino a gennaio.
Il fatto che Janer Yellen abbia fatto intendere di voler accelerare la ripresa, lascia pensare che, al contrario di quanto annunciato da Bernanke, possa rallentare i programmi di tapering, favorendo dunque gli aiuti all’economia e le inizioni di liquidità volte a mantenere il tasso di interesse prossimo allo zero almeno fino al 2016.

Tra le voci italiane spicca quella di Gustavo Piga, economista e professore ordinario all’univeristà di Roma Tor Vergata, il quale si dice soddisfatto della nomina della Yellen, definita da lui una “keynesiana intelligente“, e pensa che la politica monetaria espansiva che porterà avanti aiuterà molto l’economia a stelle e striscie.
Le perplessità di Piga nascono invece pensando all’omologo europeo della Fed, la Bce, che pur contando su un presidente molto capace, non è in grado di mettere in atto le stesse politiche americane e dunque non potrà vivere di luce riflessa sulla scia della ripresa USA.

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