Napoleone torna a far parlare di sé, all’asta il suo testamento

Dopo la messa all’asta nel 1996 del documento originale firmato da Napoleone Bonaparte, il prossimo 6 novembre sarà la volta della copia del testamento redatta dal luogotenente Montholon e dettato, secondo alcuni storici, dall’imperatore stesso. Se la cifra per l’atto originale era stata 600 milioni delle vecchie lire, il prezzo approssimativo della copia oscilla tra gli 80 mila e i 120 mila euro.

Il testamento originale fu ottenuto dai francesi, solo grazie all’insistenza di Alexandre Colonna Walewski, figlio illegittimo di Bonaparte, nei confronti di Napoleone III. Per quanto riguarda la copia, invece, si dice che nei primi mesi del 1821, durante la prigionia sull’isola di Sant’Elena, Napoleone decise di creare anche una copia del suo testamento e di farla firmare dal suo fedele luogotenente, il conte di Montholon, per evitare che cadesse nelle mani degli inglesi. La sua trovata fu astuta, poiché la copia delle sue volontà passò inosservata non essendo un documento firmato dall’imperatore.

Il documento firmato da Montholon, arrivò in a Francia dopo la morte dell’imperatore e mostrò alla patria le decisioni prese da Bonaparte in merito alla successione dei suoi beni. Il testo originale, invece, fu preso dagli inglesi e portato in Gran Bretagna. La Francia dovette attendere il 16 marzo 1853 prima di ottenerlo. Il testamento di Napoleone è datato 16 aprile 1821, quindi si ipotizza che fu scritto in extremis, giacché, come si sa, la morte sopraggiunse il 5 maggio. Alcuni studiosi sostengono, però, che sarebbe esistita una precedente copia originale del testamento (datata 1819) andata perduta. La questione relativa alla copia precedente del testamento è stata oggetto di numerose discussioni. Secondo questi storici, infatti, fu proprio Montholon ad avvelenare lentamente Napoleone, per cui potrebbe essere stato proprio il luogotenente stesso a far perdere le tracce del documento del 1819.

Sul testamento originale pervenutoci e sulla copia si legge che i seguaci dell’imperatore avrebbero dovuto ottenere i suoi possedimenti sull’isola di Sant’Elena, mentre tutti i suoi beni sarebbero dovuti restare alla famiglia, la maggior parte al figlio. Un altro desiderio di Bonaparte era quello di essere sepolto in territorio francese, sulle rive del fiume Senna, per stare vicino a quel popolo che aveva tanto amato sin da giovane.
Nel 1840 Luis Felipe de Orleans ordinò che le ceneri di Napoleone fossero riposte nella chiesa di Saint-Louis des Invalides di Parigi dove giacciono tuttora.

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