Segnali di allarme in casa Italia. La doppia sfida con Danimarca e Armenia infatti ha evidenziato alcuni aspetti preoccupanti su cui il commissario tecnico dovrà assolutamente intervenire in vista del campionato mondiale che partirà a giugno in Brasile.
Il dato che più preoccupa è assolutamente il rendimento difensivo con le 4 reti subite in sole due gare contro avversarie non di primissimo livello.
Quello che è sempre stato uno storico punto di forza della nostra nazionale rischia infatti di diventare un tallone d’Achille nell’immediato futuro.
Un fattore su cui Prandelli dovrà necessariamente riflettere è il modulo con il quale schierare la difesa italiana.
Il pacchetto juventino sembra garantire un rendimento migliore con la collaudata difesa a 3, mente il commissario tecnico italiano è più propenso ad adottare uno schieramento a quattro ma questo influisce negativamente sui movimenti e l’affiatamento dei centrali difensivi.
Prandelli ha dato spazio a De Silvestri ed Abate e richiamato dopo qualche anno Balzaretti e Pasqual, segno che gli esperimenti siano ancora in corso e non vi sia una precisa idea su chi possa offrire migliori garanzie.
Le amnesie della difesa andranno assolutamente corrette prima di Brasile 2014 e gli impegni su cui programmare il lavoro non sono più molti.
Non possiamo non notare come le big italiane raramente si affidino a centrali difensivi della nostra nazionale: a parte la Juventus con Barzagli, Chiellini, Bonucci e l’Inter con Ranocchia, sia la Roma che il Napoli e il Milan preferiscono infatti affidarsi a giocatori stranieri.
Questo dato rappresenta un segno inequivocabile della crisi della scuola italiana, che per anni ha fatto la storia in tutto il mondo, basti pensare a Baresi, Scirea, Maldini, Cannavaro, Nesta.
Nei prossimi mesi Prandelli sarà dunque chiamato a correggere questi aspetti tecnici, tattici e mentali che attualmente rappresentano un forte limite per la nostra nazionale che non può permettersi di affrontare ogni partita con questo gap.