Dalla Disney al twerking: così si “evolvono” le Baby Stars

Aumentano gli anni, si cresce, i tempi e le convenzioni della società si modificano, in tutto c’è più libertà e per ogni avvenimento o dichiarazione i punti di vista sono infiniti. Ma come non strabuzzare, inorriditi, gli occhi di fronte ad Hanna Montana che si lascia andare in una esibizione di twerking, quasi senza veli, agli Mtv Video Music Awards?

Si è parlato del balletto hot di Miley Cyrus, che ha accompagnato il pezzo di Robin Thicke, “Blurred Lines”, e che è stato al centro di bufere mediatiche per mesi, vedendosi piovere dal soffitto del Barclays Center di Brooklyn, a New York, critiche lapidarie e riflessioni di ogni sorta. Si è parlato del successivo video di Wrecking Ball. Come non restare basiti di fronte all’ennesima ex ragazzina Disney tutta sorrisi e fiocchetti che ora si dondola nuda su una palla da demolizione?

E all’unanimità: quando sono “cresciute” le Baby Stars dei nostri telefilm preferiti?

Tra uno scandalo e l’altro, la separazione con il mondo fatato e glitterato della Disney è divenuta sempre più marcata, tanto da acquisire le sembianze di una “negazione” delle proprie origini professionali. Da Britney Spears a Selena Gomez a Vanessa Hudgens o alla già citata Miley Cyrus, l’iter sembra essere comune: tutte si spogliano dei panni di buffe e innocenti fanciulle, per vestire quelli di (quasi) donne ribelli e sicure di sé. O non vestirne affatto.

Saranno i canoni dello star system a voler abbattere qualsiasi stralcio di eleganza e buon gusto? Sarà la vita amplificata dal successo, in cui “l’importante è che se parli”? E possibile che non esista altro modo di far parlare di sé che quello di svestire i panni di principessine Disney per indossarne altri esageratamente succinti?

Qualsiasi sia la giustificazione alle indecenze che, palcoscenico dopo palcoscenico, si susseguono davanti agli occhi degli adolescenti, il messaggio non lascia spazio ad interpretazioni: l’acquisita maturità psicofisica (si spera) porta libertà, la libertà porta a leccare martelli.

Costruirsi un’immagine dissacrante, volgare ed ostentata, sembra l’unica soluzione, dunque, a queste ex Baby Stars. E come non attribuirgli la perdita di quel po’ di credibilità e magia evocata dai personaggi delle serie tv che essi stessi impersonavano e che, puntata dopo puntata, insegnavano anche i valori celati nel quotidiano?

Basta pensare, per attutire il colpo, che dietro i personaggi restano le persone, che fanno quel che possono, credono o sanno, per confermare il loro successo o per essere il meglio di quello che sono.

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