Berlusconi: “Il partito sono io”. Pd alle prese con il Caso Ligresti

Il Cavaliere non molla. Nonostante le beghe giudiziarie e l’imminente voto del Parlamento che deciderà sulla sua decadenza da senatore, Berlusconi è deciso a non fare passi indietro e, intervistato da Vespa, ribadisce: “Nessuno può togliermi il diritto di restare alla guida del movimento che ho fondato”. Escluso l’ingresso in politica della figlia Marina, il leader del Centrodestra mira a ricomporre la frattura con Alfano per tornare al più presto alle urne e ottenere un successo elettorale che rappresenterebbe una vera e propria boccata d’ossigeno.

Un’operazione tutt’altro che semplice, per diversi motivi. In primis il vicepremier non è più il docile delfino di qualche mese fa. A differenza del Cav, non ha la minima intenzione di far cadere il Governo e teme che il ritorno a Forza Italia possa comportare, di fatto, la sua emarginazione. Il secondo grosso problema invece si chiama Renzi. Il sindaco di Firenze, dopo essere stato sconfitto da Bersani lo scorso anno, stavolta le primarie sembra determinato a vincerle. Se così fosse, Berlusconi si troverebbe a dover fare i conti in campagna elettorale con un avversario pericoloso, capace di ottenere preferenze anche dagli elettori di Centro e di Destra.

Nel frattempo continua a tenere banco il caso Ligresti. I Cinque Stelle invocano le dimissioni del ministro Cancellieri, rea “di essersi interessata della figlia del titolare della società ex datrice del figlio mentre migliaia di persone soffrono per le condizioni carcerarie.” Un grattacapo non da poco per il Pd, che infatti ha invitato la Guardasigilli a chiarire la sua posizione in Parlamento.

La diretta interessata, che ha riferito in aula martedì, ha incassato gli applausi del Pdl e dello stesso Pd. Si dichiara tranquilla e sostiene di non aver interferito in alcun modo con le decisioni dei giudici. Ammette l’amicizia con Gabriella Fragni, compagna di Salvatore Ligresti, ma afferma di essersi preoccupata del caso in virtù delle precarie condizioni fisiche del soggetto, esattamente come fatto per altri detenuti. “Sono intervenuta almeno 110 volte, segnalando al Dipartimento di amministrazione penitenziaria casi analoghi a quello di Giulia Ligresti, cioè casi di carcerati per i quali c’erano questioni particolarmente delicate di salute”.

Non esisterebbero, dunque, favoritismi di nessun tipo, solo “un gesto umanitario” del tutto indipendente da altre ragioni. Motivo per cui la Cancellieri non vuole sentir parlare di dimissioni e contrattacca: “Ribatterò punto su punto alle falsità dette e scritte su di me in questi giorni.”

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