Massimo Troisi: una mostra fotografica e un documentario per ricordarlo

Sto ancora imparando. Sto ancora cercando di portare in ogni film che faccio quei cinque, dieci minuti che mi piacevano del film precedente”. Le parole pronunciate da Massimo Troisi, accompagnano idealmente la raccolta di tredici fotografie inedite che ritraggono l’attore e regista insieme ai protagonisti delle sue pellicole e amici di una vita sul set dei suoi film.

Si chiama “Massimo regista” la mostra curata da Maria Letizia Bixio, da un’idea di Verdiana Bixio, costruita con le immagini messe a disposizione dall’archivio del fotografo Mario Tursi. Sarà presentata durante il Festival Internazionale del Film di Roma venerdì 8 novembre e resterà aperta al pubblico fino a domenica 17 nel Foyer della Sala Sinopoli.

Ricomincio da tre”, “Speravo che fosse amore…invece era un calesse”, “Le vie del Signore sono finite”, “Scusate il ritardo”, “Non ci resta che piangere” fanno da sfondo alle immagini in mostra. Proprio le riprese di quest’ultimo, ricorda la scrittrice Anna Pavignano, a lui legata da un sodalizio artistico e sentimentale, venivano spesso interrotte per le continue risate che scoppiavano soprattutto tra lui e Roberto Benigni.

I ritratti di Troisi dietro la macchina da presa offrono un ricordo toccante e sincero della personalità piena di sfumature e mai scontata dell’artista. Anche il suo animo partenopeo gli apparteneva in modo lontano dai convenzionali cliché: orgoglioso del suo accento, parlava sempre in dialetto napoletano, senza preoccuparsi di risultare poco comprensibile perché diceva di conoscere unicamente quella lingua in cui si sentiva completamente a suo agio. Ma i suoi personaggi erano timidi, impacciati e introversi, quasi un’ironica caricatura del temperamento partenopeo. Sapeva che la sua personalità non poteva esaurirsi alla comicità e cercò con il passare del tempo di dirigere lo sguardo verso il lato più introspettivo e sentimentale del suo carattere.

Il percorso espositivo è il preludio al documentario “Massimo. Il mio cinema secondo me” di Raffaele Verzillo, prodotto da Verdiana Bixio per Publispei in collaborazione con Rai Cinema. Frammenti di ripresa, interviste a colleghi e amici che lo hanno conosciuto, da Maria Grazia Cucinotta a Francesca Neri, da Massimo Bonetti a Lello Arenacontrariato dal progetto della fiction “Ricomincio da me che vorrebbe ripercorrere la vita di Troisi dall’adolescenza alla morte cadendo però nella banalità e non raccontando la straordinaria evoluzione artistica- , hanno tessuto la trama della pellicola di cinquantacinque minuti, provando a mostrare l’uomo nella sua sensibilità artistica oltre la macchina da presa.

La voce dell’attore, regista e produttore rappresenta la cifra del racconto al quale ho tentato di conferire una forma visiva peculiare. Per rendere vive le sue parole e farle interagire al meglio con le altre testimonianze le ho poggiate su sequenze di fotografie inedite sul set fornite sia dalla famiglia Troisi che dall’archivio di Mario Tursi”, ha dichiarato Verzillo.

La proiezione ufficiale del documentario, selezionato dal Festival nella sezione “Ritratti di cinema”, si terrà domenica 17 novembre alle ore 19.00 al MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo.

Avrebbe compiuto sessant’anni il 19 febbraio scorso e ancora oggi, a quasi vent’anni dalla sua improvvisa e prematura scomparsa il 4 giugno 1994, chi lo ha apprezzato e amato fatica a dimenticare il suo volto solare prestato a una comicità delicata, mai esagerata e talvolta malinconica, capace di trasformare il suo sguardo disincantato in poesia.

[Alcune immagini della mostra, tratte dall’archivio fotografico MARIO TURSI FOTO]

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