Pedopornografia: perquisizioni e arresti in tutta Italia

Ventinove perquisizioni e quattro arresti in flagranza poiché trovati in possesso di materiale pedopornografico. Questo il risultato di una maxi operazione della polizia postale di Perugia, guidata dal vice questore Anna Lisa Lillini, contro la pedopornografia. Le azioni, eseguite ieri mattina, sono state effettuate in Lombardia, Lazio, Puglia, Campania, Piemonte, Sicilia, Umbria, Calabria, Marche, Emilia-Romagna, Friuli, Veneto, Sardegna. Un lecchese che deteneva tremila immagini e duecentotrenta video pedopornografici, un uomo di trentaseienne residente in provincia di Cosenza, trovato in possesso di oltre mille file a contenuto pedopornografico, un trentottenne di Roma e un uomo di cinquataquattro anni, residente in provincia di Torino , a cui sono stati sequestrati settecentomila immagini e cinquemila video a testa.

I funzionari hanno agito fingendosi utenti di siti che utilizzavano materiale pornografico con bambini e risalendo così alle identità di alcuni altri utilizzatori, poi trovati in possesso di ingenti quantità di materiale pedopornografico nei propri pc e nelle proprie abitazioni.

La pedopornografia, ossia la rappresentazione di atti sessuali che vede come protagonisti soggetti non ancora maggiorenni (il suffisso “pedo” di solito indica qualcosa che riguarda bambini, in questo caso comprende anche persone in cui la trasformazione fisica e mentale tipica dell’età puberale è già avvenuta ma non hanno compiuto i diciotto anni), è punita in Italia con pene carcerarie fino a tre anni e una multa non inferiore a millecinquecentoquarantanove euro. Nel caso in cui la quantità di materiale di cui si viene trovati in possesso sia ingente, la pena può essere aumentata di due terzi. Questo quanto stabilito dall’articolo seicento del Codice Penale, modificato con la legge 6 febbraio 2006, n.38 “Disposizioni in materia di lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia anche a mezzo Internet”.

Con la citata legge è stato istituito anche l’Osservatorio per il contrasto alla pedofilia e alla pornografia minorile presso il Dipartimento per le Pari Opportunità. Suo compito “è quello di acquisire e monitorare i dati e le informazioni relativi alle attività, svolte da tutte le pubbliche amministrazioni, per la prevenzione e la repressione dell’abuso e dello sfruttamento sessuale dei minori, anche attraverso la creazione di una banca dati ad hoc per il monitoraggio del fenomeno […] promuovere studi e ricerche sul fenomeno, redigere una relazione tecnico-scientifica annuale a consuntivo delle attività svolte anche ai fini della predisposizione della Relazione annuale del Presidente del Consiglio dei Ministri al Parlamento e predisporre il Piano Nazionale di prevenzione e contrasto dell’abuso e dello sfruttamento sessuale dei minori.”, come si legge sul sito.

Inoltre l’Italia ha anche ratificato la Convenzione di Lanzarote, il venitrè ottobre duemiladodici. Che tende a voler impegnare ad un’azione a trecentossesanta gradi gli Stati firmatari al fine di proteggere con maggiore efficacia le vittime di questi orribili crimini. Occupandosi non solo del potenziamento delle tecniche investigative ma anche della protezione e del recupero delle (potenziali) vittime.

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