Albert Camus, un controverso centenario

In occasione del centenario di Albert Camus, nato in Algeria il 7 novembre 1913, la Francia ha celebrato la memoria dello scrittore.
Filosofo, saggista, scrittore e drammaturgo francese, Camus traeva spunto per la sua narrativa filosofica dai turbamenti esistenziali della società europea tra le due guerre. Venne considerato, insieme a Jean-Paul Sartre, il padre dell’esistenzialismo ateo novecentesco ricevendo il Premio Nobel per la letteratura nel 1957.

E’ la figlia del noto scrittore , Catherine Camus, custode del suo patrimonio intellettuale, a promuovere le celebrazioni. Un’occasione importante, questa, per presentare la grande esposizione a Aix-au-Provence, di cui se n’è occupato lo storico Benjamin Stora, che, con il titolo “Albert Camus, l’étranger qui nous ressemble“, vuole indagare l’impegno libertario e anticolonialista di Camus e la denuncia dello stesso contro le ingiustizie riservate agli algerini durante i conflitti del primo novecento.

Le polemiche si sono accese alla vigilia della commemorazione dello scrittore. L’amministrazione comunale di Aix-au-Provence, infatti, di centrodestra ma molto sensibile alle ragioni dei francesi d’Algeria rimpatriati a partire dal 1962, i cosiddetti “pieds-noirs“, pare abbia ostacolato l’iniziativa perché troppo sbilanciata politicamente, non considerando l’intento dello storico di trattare anche le ragioni della sinistra e di M.Mitterand (ricordando la repressione degli insorti algerini).

L’incarico è stato quindi affidato dall’estate al filosofo Michel Onfray, curatore di un noto saggio su Camus. “Camus, l’Homme révolté“, così titola la sua iniziativa che ancora volta vuole discostarsi da linee politiche e porre l’accento sull’aspetto filosofico (che poi è stato l’indirizzo che ha ispirato maggiormente lo scrittore sin da giovane).

L’atmosfera si è fatta sempre meno celebrativa. Onfray indignato, infatti, si è ritirato in seguito alla decisione del ministro della cultura , Aurélie Filippetti, di revocare l’appoggio e il finanziamento dell’iniziativa, anche se in un secondo momento recatasi a Lourmarin, il luogo in cui è sepolto l’autore.

Insomma, citando un noto modo dire, sembra che i francesi abbiano adottato “due pesi e due misure”, riservando alla memoria dello scrittore un trattamento diverso rispetto a quello di altri grandi della scrittura transalpina. Ideologie discordanti, in questa nave di folli – secondo la definizione di Onfray – non sono riuscite a trovare un punto di incontro per risanare contrasti che evidentemente non sono stati ancori appianati a distanza di un secolo.

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