Governo Letta verso la crisi pilotata dopo le primarie del Pd

Passaggio formale in Parlamento per un nuovo voto di fiducia. Forza Italia incassa un primo risultato dopo l’uscita dalla maggioranza sancita nella notte fra martedì e mercoledì scorso, a poche ore dal voto sulla decadenza del proprio leader, Silvio Berlusconi. Sul maxi-emendamento alla Legge di stabilità, gli Azzurri hanno rotto le Larghe intese, votando contro. Il provvedimento è, comunque, passato grazie al Nuovo Centrodestra che fa capo al vicepremier, Angelino Alfano: 171 voti a favore, appena 10 in più rispetto al quorum previsto in Senato per poter affermare di avere una maggioranza, 161, non certo solida, ma comunque numerica.

Nella Prima Repubblica si sarebbe parlato di “verifica”, nella Seconda di “rimpasto”, agli albori della Terza di “crisi pilotata”. Ed il deus ex machina di questa “crisi pilotata” è, ancora una volta, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Giovedì pomeriggio ha avuto un colloquio con una folta delegazione di Forza Italia. Quest’ultimi, capitanati dai due capigruppo al Senato, Paolo Romani, ed alla Camera, Renato Brunetta, gli hanno chiesto di convocare – senza se e senza ma – il premier Letta, di chiedergli formalmente le dimissioni e di rimandarlo alle Camere per l’ottenimento di un nuovo voto di fiducia. Questo perché: “La maggioranza di Governo ha subito un mutamento sostanziale con la nostra uscita”, le parole del due Romani-Brunetta. Il Presidente, cogliendo alla sprovvista lo stesso Letta, ha parzialmente accolto le tesi dei forzisti. Quindi, il presidente del Consiglio e la sua compagine governativa saranno “costretti” a sottoporsi alle Forche Caudine dei numeri parlamentari.

Alla Camera non ci saranno problemi, la maggioranza può contare su 391 deputati, quando la maggioranza richiesta si attesta a 316. Come si diceva, al Senato la strada risulta più stretta, anche se di poco, i numeri ci sono.
Il premier ha fatto sfoggio di ottimismo non appena è venuto a conoscenza delle decisioni del Colle. “Servirà per rafforzarci”, le sue parole. Il concetto sarà sicuramente ribadito nell’incontro che Letta avrà con Napolitano nel pomeriggio di lunedì, dove saranno stabiliti modi e tempi di questa “crisi pilotata”.

Dalle ultime indiscrezioni, sembra che il premier proporrà al Presidente della Repubblica di calendarizzare il voto di fiducia all’indomani delle primarie del Pd. Dunque, dopo l’8 dicembre. Questo per vincolare, in un certo senso, il probabile vincitore, Matteo Renzi, ad un patto di coalizione e di programma che garantisca la navigazione, e quindi la sopravvivenza, del governo almeno fino a fine 2014. Apparirebbe alquanto singolare, infatti, se Renzi ed i suoi parlamentari, iniziassero un lento logoramento dell’Esecutivo dopo, magari, avergli ribadito la fiducia subito dopo l’Immacolata. E, poi, per impegnare ancora di più il sindaco di Firenze, ci saranno una serie di poltrone da poter mettere in campo con le dimissioni degli uomini di Governo che fanno capo a Forza Italia.

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