Ciclismo: Di Luca squalificato a vita dal tribunale antidoping

Dopo tre condanne per doping, stavolta per Danilo Di Luca sembra arrivato davvero il capolinea. Il corridore abruzzese, vincitore del giro del 2007 e di diverse gare prestigiose (tra cui l’Amstel Gold Race, la Freccia Vallone, la Liegi-Bastogne-Liegi e il Giro di Lombardia) è stato definitivamente escluso da ogni gara ciclistica.

Il “killer di Spoltore“, dopo la prima squalifica di tre mesi nel 2007 per la frequentazione col dottor Santuccione (coinvolto nell’inchiesta “oil for drugs” e radiato a vita dal Coni) e quella di 24 mesi nel 2009 successiva alla positività all’Epo riscontrata in ben due tappe del giro d’Italia (ridotta poi a 15 mesi) era rientrato nel 2011 con nuovi propositi, ma la voglia di vincere che lo ha sempre caratterizzato lo ha indotto a ricorrere di nuovo all’utilizzo di sostanze illecite. Prima del giro di quest’anno, disputato tra le fila della Vini Fantini, un controllo a sorpresa lo ha trovato ancora positivo. La reazione del gruppo dei corridori fu spietata, come durissime furono le parole del direttore della squadra Luca Scinto: “L’ho licenziato subito. Io non lo volevo neanche in squadra, l’ha scelto lo sponsor. Secondo me, si tratta di gente malata, che non si rende conto della realtà

Dopo il deferimento recapitatogli verso metà ottobre ci si aspettava la punizione severa, e in effetti è stata applicato alla lettera il regolamento della Wada, che prevede la squalifica a vita in caso di comportamento recidivo.

Queste le sue dichiarazioni successive alla sentenza:”Era tutto già scritto, evidentemente dovevo pagare io per tutti. Ho fatto tante cose per primo… Di sicuro chi mi conosce davvero sa che nello sport ho vinto quello che potevo vincere, non ho mai vinto una cronometro a 60 all’ora come qualcun altro“.

La squalifica di Di Luca segue quella di Riccardo Riccò, a cui il Tas di Losanna a marzo ha confermato i 12 anni di inibizione da ogni gara ciclistica. Atleti di due generazioni diverse, accomunati dallo stesso comportamento fraudolento. Nella lunga strada intrapresa dal ciclismo per debellare il doping, piaga che ha reso poco credibile questo splendido sport, questa è solo una piccola tappa. Il lavoro da fare è tanto, ma la strada intrapresa sembra quella giusta.

Foto: sport.sky.it

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