Cinque cose che mi piacciono di Wired

Sì, potrei essere di parte: perché a pagina 40 c’è una foto bella di Maurizio tutto intero, che – per chi non lo sapesse – è mio marito.

Ecco, potrei essere di parte. Ma tant’è: ho la passione per i restyling, in particolare dei prodotti editoriali.

Quindi oggi racconto le cinque cose che mi sono piaciute del nuovo Wired.

1. Non c’è più distinzione tra chi lavora online e chi lavora sulla carta. Sarebbe ora fosse così ovunque.

2. Non era scontato, anche se Federico Ferrazza – il vicedirettore – tra le 36 cose sui siti d’informazione imparate negli ultimi tre anni parla anche dei giornalisti di carta: 36 cose furbissime.

3. Del sito mi è piaciuta la sezione LOL. Perché – senza prenderci troppo sul serio – online guardiamo tutti cose buffe, e le condividiamo.

4. E mi sono piaciute anche le tette.

Non mi piace si usi il corpo delle donne a sproposito. Ma in questo caso si parla di Real Dolls, di sesso, di tette, appunto.

5. Però non mi è piaciuta la copertina del nuovo numero: davvero serviva usare un bambino per raccontare novità, un nuovo inizio, innovazione, futuro? E, se proprio serviva, non c’era una foto più bella di quel faccione lì?

Ma mi piacciono le promesse. Staremo a vedere.

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